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domenica 3 novembre 2013

"Un italiano di valore al Quirinale".
Václav Havel, scrittore, drammaturgo, dissidente, esponente di Charta 77, perseguitato, malmenato, carcerato e, dopo la caduta della dittatura comunista, Presidente della Cecoslovacchia, scrisse in
"Il potere dei senza potere":
Václav Havel (Praga, 5 ottobre 1936 - Hrádeček, 18 dicembre 2011)
"Il cambiamento delle strutture deve partire dall'uomo, dal suo rapporto con se stessi e con gli altri [...] quando ci si disfa dell'uomo in nome dell'ideologia si perde il concetto discriminante di bene e di male, di verità e di menzogna, e alla fine non esistono più individui ma solo automi."

In Italia ritroviamo invece, al posto più alto, dentro al simbolo della Nazione stessa, un signore che è stato "tutto": parlamentare dal 1953, sostenitore dell'invasione sovietica del '56 a Budapest, responsabile "culturale" del Partito Comunista Italiano, presidente della Camera, ministro degli Interni, europarlamentare, senatore a vita. Corresponsabile, quindi, dello sfacelo di quest'Italia disastrata.
Ognuno ha quel che si merita.
A volte, quando bevo bollicine, specie se in barca, al tramonto, e la nostalgia mi assale, mi chiedo: "Perchè noi no? Perchè noi italiani non ne siamo capaci? ... sempre a calar la testa?".

Anni fa, su un Hanse 42', fra Giraglia e Capraia.
Sul finire della bottiglia mi consolo pensando che in Italia c'è, comunque, della gran bella gente (basta pensare a quanti si son fatti ammazzare dalle varie mafie e dalle tante porcherie assortite). In un ultimo guizzo di lucidità mi ripeto anche che il "sistema", in Italia, è progettato per allontanare i migliori e spartirsi la torta. Una torta che, preda di ingordigia, incompetenza e corruzione, diventa anno dopo anno sempre più piccola, piccola, piccola... e rende il Paese sempre più insignificante, insignificante, insignificante...". "A quando un italiano di valore al Quirinale?".





2 commenti:

  1. Aggiungo che alla morte di Havel molti capi di stato di vari paesi hanno partecipato ai suoi funerali.
    In tale occasione il governo Ceco non ha voluto (a cuasa dei suoi precedenti appoggio all'URRSS) la presenza del nostro presidente Napolitano che è stato sostituito dall'allora presidente della Camera Gianfranco Fini (bella scelta).
    Cioè noi italiani siamo attualmente ancora rappresentati da un personaggio che molti paesi che hanno una memoria un pò meno corta della nostra considerano un illiberale ed un antidemocratico e con il quale, a livello morale, non vogliono avere niente a che fare.

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  2. Giustissimo! Grazie.
    Ieri, vagabondando per internet, ho scovato una propaganda elettorale di quel gianfrancofini:disgustosa e vigliacca, da accattone. Un avvoltoio pronto a beccare anche sulle tragedie di grandi uomini come Jan Palach e Jan Zajíc,martiri della Cecoslovacchia oltraggiata dalla perpetuazione della menzogna.

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