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martedì 17 settembre 2013

"Cinema e polli d'allevamento".
Alcuni giorni fa sono andato a vedere un film in un grande, nuovo, multisala.
Era la prima volta che andavo (vado rarissimamente in queste megastrutture): appena entrato mi sono sentito come un pollo d'allevamento. Si potevano riconoscere l'ottimizzazione del layout, lo studio dei flussi, l'efficienza delle postazioni di vendita, la gestione dei colori nelle varie aree, i passaggi obbligati, il negozio dei gadget, i divani, il ristorante, il bar, la cartellonistica, la sala giochi, i sorrisi standard degli addetti, i messaggi subliminali e non. Le poltrone erano comodissime.

Il film, 109', è stato preceduto da 30' di pubblicità (28% della durata del film). Durante la pausa (5') una ragazza iperefficiente, ed iperattrezzata, si è piazzata all'entrata della sala  per vendere lattine, popcorn, tramezzini, caramelle, gelati,... Lo scopo degli ingegneri progettisti era chiaro: massimizzare il delta soldi dei portafogli clienti fra Entrata e Uscita nella megastruttura: Bravi

Io preferisco, però, i vecchi cinema inefficienti, anchè un pò demodè, con le poltrone magari meno comode (tipo quelli d'essai) in cui entrando, però, continuo a sentirmi sì un bipede, ma non del genere pollo.


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