Translate

sabato 3 agosto 2013

"Gattopardi e speculazione edilizia".
Giuseppe Tomasi dissertava di gattopardi e sciacalli.
A guardarlo nella foto sotto emerge uno sguardo colto, la raffinatezza di un'esistenza vissuta nell'abbondanza, lo stile di un potere antico anche se, in ossequio a Darwin e al buonsenso, anche i suoi antenati, solo qualche generazione prima, dovevano essere, anch' essi, degli sciacalli.

Gattopardo
Molti anni fa dovevo prendere un aereo intorno alle cinque del mattino. Dal paesino dell'Etna in cui abitavo attraversammo Catania poco prima dell'alba: stupenda! Pochissima gente, un barocco da sogno, pietra lavica, austera e morbidamente lavorata, sparsa ovunque con grazia e misura.

Catania la bella
Chi conosce Catania sa che la parte buona, bella, è quella vecchia, quella antica.
Quella "nuova", quella degli anni '60, dello scempio edilizio, del massacro del territorio e dell'automobile-per-tutti, è cadente, triste, brutta, miserabile e sguaiata.
Proprio come in Algarve o sulla riviera adriatica, sulla costa brava, dalle parti di Nizza, in Sardegna, in Liguria, sulla costiera amalfitana, in Grecia... 
I gattopardi, affinati da generazioni di abbondanza e spreco avevano, in qualche modo, distillato il senso del bello. Gli sciacalli, i parvenu, gli acchianati, i democraticamente eletti, divorati da una fame antica, posseduti da un odio insaziabile, hanno distrutto e insozzato a piene mani, guidati solo dalla loro incolmabile ignoranza e meschinità.


Nessun commento:

Posta un commento