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martedì 18 giugno 2013

"Regole e Conseguenze. Il caso Taksim".
Costantinopoli/Bisanzio/Istanbul è una città stupenda. Di quelle che si annunciano, appena ci metti piede, particolare.
Istanbul
Ci sono stato tante volte e, tutte le volte, mi ha regalato qualcosa di diverso (lo so, "parlo" come un'agenzia turistica, ma è vero).
Istanbul, "il caso Taksim"
Il "caso Taksim" sta montando, in modo incontrollato e pericoloso, per mancanza di regole.
Regole che in Svizzera (grazie a Dio e alla Storia) abbiamo.
E' ovvio che la distruzione di Piazza Taksim e di Gezi Park, ha un preciso motivo strategico: cancellare da una parte un luogo simbolo e "marcare" il territorio con un tributo alla Religione (la Moschea), all'Armata e al Passato (la Caserma ottomana) e al "Mercato" (il centro commerciale). 

La Danza del Cosmo
In Svizzera, terra di referendum e di Democrazia Diretta, un "caso alla Taksim" sarebbe risolto con una votazione comunale. In fin dei conti si tratta "solo" di una questione edilizia su cui dovrebbero poter decidere solo gli abitanti del territorio interessato. E' con tale logica che, qui da noi, si risolvono i "casi alla Taksim" (Stop ai minareti, Stop ai compensi d'oro, Sì allo svincolo Bellinzona nord, No alla Galleria Malcantone). Il tutto senza proteste di piazza e, quindi, senza spargimenti di sangue. In fin dei conti i referendum, in Svizzera, sono le valvole di sicurezza previste da un popolo, come diceva Leonardo Sciascia, troppo poco pazzo (ma molto sveglio).

Circonvallazione bocciata con il 52.6% dei voti
 


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