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mercoledì 27 marzo 2013

"Il vucumprà dell'ipermercato".
Appena scesi dall'auto, sfoderando un sorriso a 88 denti, venne a propormi l'acquisto di un ombrello.
"Non ho mai comprato nulla da voi: siete abusivi, vendete roba contraffatta e non pagate le tasse".
Si bloccò. Mimica facciale allo sbando. Rimase senza parole.
Subito dopo aggiunsi: "Da dove vieni? Da quanto sei in Italia? Come ti trovi?".
"Dal Kenya, da otto anni. Gli italiani sono simpatici, sono i francesi ad essere bastardi".

"E perchè?".
"Libia, Mali".
"Visto che vieni dal Kenya, avrei pensato che ti stessero sulle scatole gli inglesi".
Non rispose.
Poi gli dissi a bruciapelo: "Quando le navi negriere gettavano l'ancora al largo della Liberia o della Costa d'Avorio erano quelli della costa a far trovare quelli dell'interno già impacchettati e pronti per l'export".
Ancora una volta non rispose.
Poi gli dissi: "Fra uno schiavista europeo, arabo o turco, e uno schiavo nero, ci sta in mezzo sempre un nero in affari".
Prima di allontanarsi per "ridarsi alla vendita", mi sorrise strano e volle batter cinque.
Gli lasciai un cachet per l'intervista.

Pensando al genocidio dei Tutsi in Rwanda, ai massacri in Darfur, agli attacchi contro le chiese cristiane in Nigeria, etc, etc... mi chiedo quand'è che anche in Africa cominceranno a pensarla come il vecchio Abraham (Lincoln).


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