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domenica 30 settembre 2012

"a cafittera 'sa canusciri..."
Negli scorsi giorni ero a Catania, ospite di mia sorella e di mio cognato.
Sono sposati da 43 anni e, ogni mattina, mio cognato le porta il caffè a letto.
Per lei il  caffè che prepara suo marito è irraggiungibile.


Pochi giorni fa, in tarda mattinata, ho preparato il caffè. Una volta bevuto le ho chiesto: "Com'è?".
Lei ha rispostto calma: "Buono" poi, dopo qualche attimo, scuotendo lievemente la testa ha aggiunto: "a cafittera 'sa canusciri..." (bisogna conoscere la caffettiera...).
Una perla di saggezza!
Intendeva dire che non bisogna mai trattare persone e cose come oggetti, che non bisogna trattare come oggetti... neanche gli oggetti stessi.
E' questo che le opulente e scellerate società occidentali dimenticano ogni giorno.

mercoledì 19 settembre 2012

"201", un bel numero per questo Blog.
Quando, mesi fa, Roberto e Giò mi consigliarono di metter su un blog per promuovere "Il guado", non sapevo da che parte cominciare perchè un'idea del genere non mi aveva mai sfiorato (neanche lontanamente) l'anticamera del cervello. Superata l'impasse iniziale, imparate quelle quattro cose per allestire gli articoli, cominciai senza sapere dove sarei arrivato.
Nella prima fase scrissi di persone e argomenti che mi  interessano (Leonardo Sciascia, Marguerite Yourcenair, Vela, Ecologia, Sicilia, Svizzera, Astrofisica, Storia, ...).

Di tanto in tanto inserivo dei brani del libro collegandoli a link multimediali (foto, dipinti, video, musiche) disponibili su internet (ringrazio gli immissari della Grande Rete).

Nell'ultima fase il blog è diventato un "quotidiano" con un solo articolo (a volte "strampalato", spesso centrato su temi sociali e politici). In altre parole, un megafono.

Oggi, 19 settembre, una data a me particolarmente cara, dopo 201 articoli (un numero che mi piace), ho deciso di "mettermi in cappa", di sospendere cioè il ritmo quotidiano e di scrivere solo di tanto in tanto.

Il lavoro incombente, i viaggi frequenti, la voglia montante (di scrivere) e le richieste insistenti (del nuovo libro) di poter vedere finalmente la luce non mi lasciano infatti più tempo per proseguire. Non mi resta quindi che indirizzare un grazie di cuore ai miei pochi lettori, far svolazzare un inchino nell'etere, salutare lo spazio virtuale, e lanciarvi un sonoro...
                                  au revoir!  
... e ricordatevi che un Nuovo Mondo possiamo costruircelo (ogni volta che vogliamo)... nella nostra mente. Basta recuperare la capacità di stupirsi e la voglia di riflettere! 



martedì 18 settembre 2012

Disoccupazione... in the West. Parte 4: Immigration a gògò, la Fine!
"Al suono di "Imagine" di quel milionario coi capelli lunghi e gli occhialini tondi, sbandierando l'accoglienza cristiana, inneggiando all'internazionalismo proletario e con la compiacente collaborazione di liberal e "sinistre" europee, senza che se ne accorgano, la metteremo in quel posto alla classe operaia della vecchia Europa e della nuova America".
"Bravo, ben detto, perfetto" si sentì esultare all'unisono nell'elegante sala del più prestigioso club del New England.
"Dall'Africa nera, dal Medioriente, dall'India, dal Bangladesh, dalle Filippine e da qualsiasi altro posto in culo al mondo che ci pare e piaccia inonderemo l'Europa di sventurati a basso costo e senza diritti. Loro, gli operai e quegli imbecilli dei loro partitucoli, non hanno idea di cosa li aspetta".

"Très bien, ben detto... che eterna insaziabile e ingrata questa classe operaia, mon Dieu, con tutto quello che abbiamo già fatto per loro..." sibilò una stagionata Madame, in tubino di satin nero, da dietro un lungo bocchino su cui svettava, fumante, un'esile sigaretta ambrata. 

Fu così che, con i quattro ingredienti base: lo spostamento (dall'alto) delle fabbriche, l'immigrazione (dal basso) di nuovi schiavi, le nascenti nuove tecnologie che avrebbero accorciato il mondo e la compiacente collaborazione di pletore di utili-idioti-rappresentanti-del-popolo-politici-e-sindacalisti, per la classe operaia occidentale le lancette dell'orologio furono riportate, genialmente, indietro nel tempo.

lunedì 17 settembre 2012

Disoccupazione... in the West. Parte 3: Un secondo, un giorno, un mese.
Deng era appena uscito dalla grande sala quando "Mr 12.7 miliardi di capitalizzazione" si accese uno splendido cohiba e disse al suo vicino, "Mr 11.9 miliardi di £": "Con quelle nuove diavolerie della Silicon Valley potremo comandare quei cinesini a tamburo battente, in un secondo... giusto il tempo di un click".


Un altro "Mr moltimiliardi di DM", da dietro un bicchiere di whisky on the rocks, aggiunse: "Ja, sicher, con i nuovi 747 potremo mandare in Cina ingegneri, contabili e spie in meno di ventiquattr'ore... cioè in meno di un giorno".


Un ultimo, in fondo alla sala, in impeccabile blazer blu da skipper, viso abbronzato, barba curata, sguardo sognante, sussurrò a se stesso: "Le mie portacontainer inonderanno l'Occidente di "paccottiglia" cinese. Dal Fujian, da Hainan, Shenzhen o Zhuhai, in meno di un mese potrò invadere Los Angeles, New York, Detroit, il Midwest, la Sun Belt, San Francisco, Boston, Chicago e, se necessario, l'intera Europa".



domenica 16 settembre 2012

Disoccupazione... in the West. Parte 2: Sciur padrun da li beli braghi bianchi. 
Cosa credete che avranno pensato i sciur padrun USA ed europei nel sentirsi proporre un simile affare da Deng?
Me lo vedo, dall'alto del suo metro e mezzo di statura, mentre con occhi attenti, profondi e impenetrabili, fumando l'ennesima "Panda", sordastro com'era, sforzarsi di ascoltare l'interprete proporre: "La Repubblica Popolare Cinese può mettervi a disposizione un miliardo di operai a prezzi bassissimi e condizioni interessanti".


In quel preciso istante gli occhi dei tanti businessmen intorno al tavolo si allinearono, sincroni, su un solo simbolo: $$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$.
"Si può fare" rispose poi, lentamente, uno di loro, quello dall'aspetto più elegante e dallo sguardo più squalesco.
Pochi giorni dopo nuvole di fabbriche e posti di lavoro cominciarono a imboccare la via della seta.
Ai miliardari US e del vecchio mondo dentro alla grande sala non pareva vero. Finalmente le loro tribolazioni erano finite: niente più salari "umani", niente più cause giudiziarie per inquinamento, niente più fastidi per gli incidenti sul lavoro, niente più sindacati fra le palle.
Stava nascendo fulgida, come Afrodite dalla spuma del mare, la... Globalizzazione.



sabato 15 settembre 2012

Disoccupazione... in the West. Parte 1: Deng in Texas
Cina 1978
Cosa fareste se doveste dare da mangiare, da un giorno all'altro, a più di un miliardo di persone (affamate) di un immenso paese impoverito da due secoli di asservimento straniero e trent'anni di ottusità, demagogia e incompetenza?
Un Paese prostrato dai disastri della "rivoluzione dei cento fiori" (esautorazione delle menti migliori), dal "grande balzo in avanti" (decine di milioni di morti per fame) e dalla "rivoluzione culturale" (distruzione di radici e tradizioni)?

Deng Xiaoping in Texas, 1979
E' la domanda che deve essersi posto Deng Xiaoping quando, a partire dal 1976, emerse come leader de-facto della povera e stremata Cina del dopo Mao. Da persona di buon senso, e da grande comandante militare, deve aver capito che non poteva far altro che:
. usare una delle poche armi di cui disponeva: forza lavoro di basso livello, a basso costo e nessuna
  pretesa;
. iniettare nel corpo di quel mastodontico Paese malato dei dirompenti anticorpi: le Z.E.S., le Zone
  Economiche Speciali. Un'idea geniale che innescò (e fece propagare successivamente) la crescita
  economica in gran parte del Paese.
Deng non era un avvocato. 



venerdì 14 settembre 2012

Non votate gli avvocati. 
Cap.3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).
 
«Spindle, tu sai quanti avvocati abbiamo in famiglia: sono tutti brillanti, intelligenti, ma poco creativi. Medici, preti e filosofi vengono educati per curare. Artisti, architetti e cuochi vengono preparati per creare bellezza, ingegneri e scienziati vengono addestrati ad aprire nuove vie. Falegnami e scalpellini imparano a costruire.
Gli avvocati sono invece addestrati per litigare.
Indispensabili nella società per colpa della litigiosità umana, in politica sono dei disastri: poco creativi, burocrati, hanno la tendenza a impossessarsi delle idee altrui, una visione conflittuale dell’esistenza e scarsa propensione all’innovazione. Il mondo andrebbe molto meglio, ne sono certo, se in politica ci fossero meno avvocati».
Cosa accomuna Lenin, Fidel Castro, Andreotti, Clinton, Blair, Sarkozy, Gorbaciov, Obama, Putin, Schröder e tanti, tanti (troppi) altri politici? Sono tutti avvocati.
Non ho statistiche ma credo che la loro, in politica, sia la categoria largamente più rappresentata e ciò, a mio avviso, è una piaga biblica. La Storia dimostra infatti che spesso restano avvocati senza riuscire a diventare Statisti.
Sapete, per contro, qual'è l'estrazione professionale dei dirigenti della Cina di oggi dai tanti miracoli? Su nove membri del Politburo: sei sono ingegneri, due geofisici, e uno avvocato. 
Potrei però controbattere a me stesso dicendo che anche Breznev e Eltsin erano ingegneri e di disastri ne han combinati a tinchitè (= iosa). Ma questo non farebbe altro che confermare che il mondo non si regge sul bianco o sul nero, è dominato dalle vie di mezzo e che non bisogna, mai, generalizzare.


giovedì 13 settembre 2012

"Verità" e "Menzogna", Gestapo e NKVD
Ho letto di recente "A Mosca, a Mosca", un bel libro di Serena Vitale. Il seguente brano (a pag. 88) mi ha colpito molto (parla Aljosha, uno scrittore russo):
"Durante gli interrogatori Gestapo e NKVD torturavano - storpiavano, violentavano, ammazzavano - più o meno allo stesso modo. Ma i tedeschi estorcevano la verità, informazioni utili ai loro abietti fini, i nostri invece volevano menzogne, calunnie. Dopo un mese di interrogatori ho confessato che il mio tenente era una spia giapponese, che avevo rivelato al nemico quante proteine conteneva il nostro rancio... Avrei potuto dire e sottoscrivere che ero stato un dromedario al servizio di Rommel..."

"A Mosca, a Mosca" di Serena Vitale
E' facile indignarsi a decenni di distanza dai fatti, quando tutto è finito, gli eventi sono sbiaditi dal tempo, i "colpevoli" sono gli "altri" (quelli di settant'anni prima) e non si corre più nessun pericolo a dire cosa si pensa. Questo per dire che anche oggi, se si ha il coraggio di guardarsi intorno, ce n'è abbastanza per indignarsi (il calciatore superpagato, il bancarottiere che scarica sui contribuenti i disastri che ha combinato, le piste da sci in mezzo al deserto, la TV spazzatura, le rockstar idolatrate, i "manager" di Stato impuniti e superpagati, i politicanti senza onore nè pudore, la vera politica sempre più scippata ai cittadini dai grandi monopoli, etc...).
Non sono un missionario, nè un illuso e non mi aspetto che la gran massa di questa "umanità" capisca... o cambi.
Riflettere e costruirmi una visione del mondo posso però farlo.
E se queste riflessioni finiscono su un blog, pochissimo letto ma comunque letto, tanto meglio.

mercoledì 12 settembre 2012

L'umanità non è garantita alla nascita.
La celeberrima e acuta "classificazione" che Leonardo Sciascia fa snoccciolare a Don Mariano Arena ne "Il giorno della civetta" è un capolavoro assoluto.
Molti la intendono, la imparano e la citano in chiave folcloristica, caricaturale. A mio avviso è invece uno spietato atto di accusa contro il genere umano:
. a quale categoria appartengono i beduini con lo skipass?
. e a quale i businessmen e gli ingegneri occidentali che l'hanno costruita? 

"Sciare" a Dubai
 (da "Il giorno della civetta"; Don Mariano Arena al capitano Bellodi)
« Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…  »

martedì 11 settembre 2012

Beduini con skipass
Nicolas Léonard Sadi Carnot, Robert Stirling e William Thomson Kelvin, i padri della Termodinamica, si rivolterebbero nella tomba (credo) se sapessero che i loro studi sono serviti a costruire un mostro, cioè una pista da sci in pieno deserto. In un posto che la Natura ha fatto così

Deserto a Dubai
dei beduini senza criterio e senza rispetto hanno fatto costruire a degli occidentali senza pudore un mostro del genere.
"Sci" a Dubai
Una simile notizia avrebbe dovuto provocare sdegno planetario e un intervento, anche simbolico, dell'ONU. Una gran fetta di "umanità" è sempre pronta a mettersi culo a ponte quando si trova di fronte a danaro e potere.
Di fronte a un simile spreco, a un tale spregio per la Natura e a un così arrogante insulto al buon senso non posso non scoccare la freccia del mio disgusto.
La pagheremo, perchè la nostra specie (animale) ha già oltrepassato ogni limite di buon senso e la Natura presenterà (sta già presentando) il conto.


lunedì 10 settembre 2012

Ecologia all'aeroporto
Cap.5 "Madre Natura"
(Il protagonista, in transito all'aeroporto di Francoforte, mentre è in coda al controllo passaporti, riflette sul buonsenso all'ammasso).

Era sudato fradicio, fuori era novembre: meno tre gradi centigradi.
Dentro caldo assurdo, sfacciato e rapace.
Lui era vestito “da novembre”, e sudava come un mulo in salita.
Tutti, lì in coda, accalcati nella ressa, sudavano, sbuffavano e si sbottonavano. Sudavano perché all’interno del grande aeroporto era stato abolito l’inverno. Commessi, poliziotti, baristi e inservienti? Tutti in maniche corte, con il termostato inchiodato a ventiquattro gradi e anidiride carbonica a gogò, a zonzo per l’atmosfera.
E quella era la terra dei Grünen?



domenica 9 settembre 2012

Il caso Jakob: la piccola Svizzera mette in riga la Germania nazista.
La sera del 9 marzo 1935, a Basilea, il giornalista e pacifista ebreo tedesco Berthold Jakob (fuggito dalla Germania pochi anni prima) venne rapito da agenti della Gestapo.
Ne seguì un pericoloso caso diplomatico, ma alla fine la fermezza del Presidente della Confederazione Giuseppe Motta costrinse Hitler a cedere. Berthold Jakob fu riconsegnato alle autorità svizzere sei mesi dopo (il 17 settembre 1935).
Fu rapito nuovamente a Lisbona nel 1941.
Morì in carcere per maltrattamenti nel 1944 (forse a Berlino).

Giuseppe Motta (Airolo 1871 - Berna 1940)

73 anni dopo, anche durante il caso Gheddafi, pur fra errori e ingenuità, la Svizzera dimostrò di non lasciarsi intimidire dal dittatore di turno.
Berthold Jakob (Berlino 1898 - ??? 1944)
Lo stesso non possono dirlo nè l'Italia, nè l'Unione Europea.


sabato 8 settembre 2012

Precetti
Cap.2 "Eldorado"
(Scena: Hotel "Stella Maris", Camogli; Tempi: attuali; Personaggi: Eric Desayeux (pubblicitario) racconta ad Aline (modella) di un lontano viaggio a Tehran).
«... ricordo anche che nella lobby dell’albergo, giusto a lato dell’ascensore, campeggiava un modesto quadretto di legno dorato con dei versi:
Precetti
Il più grande peccato è la paura.
Il più grande svago è il lavoro.
La più grande sventura è non nutrire speranza.
Il più grande coraggio è la pazienza.
La più grande maestra è l’esperienza.
Il più grande segreto è la morte.
Il più grande onore è la fede.
Il più grande successo: dei buoni figli.
Il più grande regalo è l’indulgenza.
Il più grande capitale è la fiducia in se stessi.

Mi aveva colpito la banalità del posto in cui si trovava quel quadretto: non era un tempio, né un ufficio  pubblico o un circolo culturale, era giusto l’atrio di un albergo qualsiasi, un atrio in cui aleggiavano però princìpi di grande umanità». 

L'hotel in questione a Tehran, Iran

venerdì 7 settembre 2012

Stella stellina
Come mia madre anch'io butto difficilmente via le cose (se ritengo che possano avere il pur minimo utilizzo futuro). Durante il trasloco di cui parlavo ieri è saltata fuori una scatoletta con dentro una stella alpina (alpi svizzere anni '90) e una piccolissima stella di mare che, se non ricordo male, ho trovato su una spiaggia indonesiana nei primi anni 2000.

Mar...monti
Che fantasia, che audacia, che perfezione, che simmetria, che poesia... ci regala la Natura.

 

giovedì 6 settembre 2012

Accumulatori e Condensatori e Trasformatori e ...
Durante il recente trasloco del mio ufficio è saltata fuori dell'elettronica sovrabbondante.
Fra le tante (ma tante) cose riemerse alla luce: 3 alimentatori Nokia identici e funzionanti e 2 alimentatori Motorola identici e funzionanti (i cellulari, invece, erano morti da tempo).
Che spreco.
3 x Nokia; 2 x Motorola
Per aiutare l'ambiente bisognerebbe imporre la vendita separata di cellulari e alimentatori (idem per i computers) e la messa in commercio di alimentatori universali (stessa tensione di uscita, stessi connettori). Si risparmierebbero immediatamente quantità enormi di: rame, plastica, energia, inquinamento, trasporti e si avrebbe più spazio... nei cassetti.
Di esempi del genere ne avrei a dozzine.
I politici invece ("verdi" inclusi) cosa fanno?
Chiedono sempre più soldi (= più tasse) per poter sguazzare e sprecare sempre di più.

Per aiutare l'ambiente la cosa più rapida ed efficace da fare è... accendere il cervello.

mercoledì 5 settembre 2012

Sam e Pat
Sam e Pat sono due fratelli abruzzesi emigrati in Canada negli anni '60.
Li conobbi per lavoro intorno a fine anni '90. 
Una volta Sam (o Pat, non ricordo bene) mi disse: "Rino, tu hai viaggiato  in Canada più di me che ci vivo da trent'anni".
Lo guardai perplesso.
"Eh sì, io in trent'anni ho viaggiato principalmente da casa alla fabbrica e dalla fabbrica a casa".
Risposi scuotendo la testa.
Produzione componenti meccanici
Sam e Pat hanno mani che sembrano bistecche e sguardo curioso e aperto.
In trent'anni di duro lavoro e viaggi casa-fabbrica hanno messo su un'azienda che produce componentistica meccanica per il settore automobilistico, energia e aerospaziale.
Hanno avuto successo.
Anche loro sono arrivati in Canada con pochi mezzi e tanta voglia di fare. E il "Canada" li ha messi in condizione di... fare.
Quanti "Sam e Pat" ha fatto scappare quest'Italia? 
Altro che abolire le festività infrasettimanali come vanno cianciando i burocrati fuori dal mondo e superpagati del governomonti

martedì 4 settembre 2012

Curva di esperienza
La notizia della morte di Vittorio Di Paolo arrivò come una staffilata inattesa.
Mentre ero in transito all'aeroporto di Hong Kong, ricevetti una telefonata da Toronto.
Era Fabrizio, un amico comune: "Sai che Vittorio Di Paolo è mancato improvvisamente?".
 
Aeroporto internazionale di Hong Kong
A distanza di anni lo ricordo con immutato affetto.
Una volta, mentre eravamo per lavoro a Firenze, mi disse: "Rino, vorrei avere l'esperienza di oggi, ma vent'anni di età".
"Mission impossible" gli risposi.
"Eh già!" disse.
"Però qualcosa del genere puoi farla da subito" aggiunsi poco dopo.
"E come?".
"Puoi provare a trasmettere la tua esperienza... ai tuoi figli".
"Riflessione affilata" ghignò.

Questo aneddoto mi ha fatto pensare alla cultura occidentale (monogama) e a quella araba (poligama).
In quella occidentale (credo) la maggior vicinanza operativa padre-figlio, può costituire un valore aggiunto nella trasmissione dell'esperienza e, conseguentemente, nella crescita della Società.



lunedì 3 settembre 2012

"La crescita" (dell'occupazione).
Finora il governomonti ha martoriato gli italiani con tasse sempre più feroci e tagli allo "Stato Sociale". A distanza di mesi dall'insediamento non hanno ancora spiegato come intendono "innescare la crescita".
Proprio sulla "crescita" Vittorio Di Paolo, un caro amico purtroppo scomparso, ne avrebbe da dire.


Vittorio Di Paolo (al centro) in fiera a Toronto, Canada

Ho avuto il privilegio di conoscere Vittorio (abruzzese, emigrato negli anni '60 prima a Torino (Fiat), poi in Canada, gran lavoratore, intraprendente, onesto e di buon cuore) per lavoro nel 1998.
Arrivato in Canada con pochi mezzi e tanta voglia di fare, nonostante le barriere linguistiche, riusci a fondare un'azienda meccanica. Ebbe un tale successo che divenne fornitore anche di General Electric: palette per turbine.
Palette per Turbine (lavorazioni CNC 5 assi simultanei)
Una sera, mentre cenavamo nel suo ristorante preferito di Mississauga (Toronto), mi disse: "Rino, quello che ho fatto qui avrei voluto farlo in Italia. In Canada  ci sono riuscito perchè mi hanno dato fiducia e non mi hanno complicato la vita".
Gli risposi: "In Canada si è cittadini, in Italia, per tanti versi, servi".
Scosse la testa, sorrise amaro, bevve un sorso di bianco e sussurrò: "Hai ragione".
Quanti "Vittorio Di Paolo" ha fatto fuggire quest' Italia?



domenica 2 settembre 2012

Strutture iperstatiche.
Qualsiasi tecnico sa che bisogna evitare, quando possibile, le strutture iperstatiche (quelle, cioè, con un numero di vincoli maggiori di quelli strettamente necessari per assicurare l'equilibrio).

Calcolo Strutture
Se passate sotto un ponte in calcestruzzo, alzando lo sguardo al cielo, vedrete che le campate sono semplicemente appoggiate (libere dilatazioni termiche, etc...).

Costruzione Ponte Primosole, Catania
Deng Xiaoping, nel rimettere in piedi la Cina decotta del dopomao, conosceva bene questa legge.
I soloni del governomonti ne sono, evidentemente, all'oscuro.
In Italia ci sono molte più leggi che in Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, etc...
Molte di queste leggi sono inutili, disattese, costose da applicare, impediscono la crescita e impastano la vita sociale. Un rimedio rapido sarebbe copiare da chi sa far meglio di noi.

sabato 1 settembre 2012

Il governo dei "supertecnici" e l'abolizione delle feste infrasettimanali.
O ci sono o ci fanno.
Fra le misure per il "rilancio dell'economia", i soloni del governomonti (superpagati, mai eletti e fuori dal mondo) ri-tirano fuori la vecchia storia dell'abolizione delle feste infrasettimanali per aumentare la produttività (sic!).
 
Siamo alla frutta
In Svizzera (e nei cantoni cattolici in particolare) fra maggio  e giugno è tutto un fiorire di tali feste: Ascensione, Lunedì di Pentecoste, Corpus Domini, SS Pietro e Paolo.
Se si vanno poi a guardare i principali indici economici (Produttività, Innovazione, Bilancio, etc...) si vedrà che la Svizzera surclassa l'Italia.
Morale?
Se non temessi di apparire volgare mi andrebbe di dire a questa banda di inconcludenti una parola che comincia con "co", continua con "gli" e finisce per "oni".
Vittorio, Sam e Pat dal Canada, e migliaia e migliaia di altri italiani costretti a cercare (e trovare) fortuna all'estero, saprebbero molto meglio di questi burocrati con i piedi al caldo quali misure adottare per rilanciare l'economia di questo paese decotto.