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giovedì 28 giugno 2012

Ingegneri... da "Il Guado"
Cap.8 "Kaos"
(Scena: In auto, sulla SS 115 fra Montallegro e Porto Empedocle; Tempi: attuali; Personaggi: il generale Bellodi (il capitano Bellodi... (ormai in pensione) di Leonardo Sciascia ne "Il giorno della civetta") e Don Sebastiano Arena ("nipote immaginario" di Don Mariano Arena). 
«Alla salute».
Il Generale ricambiò con gli occhi azzurri annacquati dal peso degli anni.
«Generale, gli ingegneri possono arrivare solo dopo i folli, i visionari, i geni, gli uomini di cultura e gli artisti, ma quando arrivano sono dei bulldozer, stravolgono le società, tolgono il cappello in mano a eserciti di poveracci, migliorano la vita di ogni giorno. Da secoli la Sicilia è terra di sorprusi. Una terra in balia di una squallida classe dirigente che ne è il vero cancro. È cambiato qualcosa quando sono arrivati Diderot, D’Alembert, Voltaire e Rousseau? No! Perché le loro, anche se grandi idee, erano comunque solo idee. I contadini dovettero rimanere ancora per oltre due secoli di fronte ai baroni con il cappello in mano, perché la loro velocità di fuga era limitata a quella… dei loro piedi. Solo quando arrivarono giornali, battelli a vapore, treni e corriere furono in grado di mettere i loro quattro stracci in valigia e svignarsela, spezzando catene e ragnatele vecchie di secoli, per rifarsi una vita da qualche altra parte.

Il Consiglio di Egitto, di Leonardo Sciascia
Gli ingegneri, signor Generale», e lo disse con aria sarcastica, «sono dei for-ni-ca-to-ri di vite altrui: mettono incinte intere società stravolgendone usi, abitudini e visioni del mondo, per dileguarsi subito dopo alla ricerca di nuovi sollazzi, di nuove invenzioni, abbandonandole in mano a schiere di inconcludenti azzeccagarbugli».

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