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venerdì 9 marzo 2012

Santa Madre Russia da "Il Guado" 
"E i libri che abbiamo letto, e gli amori, e gli inganni?
E possiamo anche fare a meno dell’adolescenza e della giovinezza:
ma un uomo è quale i primi dieci anni di vita lo hanno fatto;
e nulla sappiamo di lui se nulla sappiamo di questi suoi dieci anni…"
Leonardo Sciascia, Todo modo


Da Cap.7 "Santa Madre Russia"
(Scena: casa paterna; Tempi: Gori, Georgia, 1884; Personaggi: Stalin da bambino)

Iosif Vissarionovič Džugašvili (il futuro Stalin) a 15 anni
«Mio padre la picchiava e mi guardava con occhi inghiottiti dall’odio.
E la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava...
E io piangevo.
E Lei, zuppa di sangue, cercando un varco fra le palpebre tumefatte, mi sorrideva dolcemente.
Quel sorriso era la mia casa. E non avevo altro intorno.
Ero bambino e ritto in piedi vedevo lui che la batteva con ferocia e attraverso le mie lacrime il suo sorriso sfuocato era tutta la mia casa. Lei era mia madre.
Anche se dicevano che, da sempre, fosse scritto nel Galateo, nel Domostroj, io non credevo che la battesse con così tanta ferocia perché l’amava».


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