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giovedì 19 aprile 2012

La ragazza dall'orecchino di perla.
E' diventato un libro e un film.
Oltre a parlare di Vermeer, un genio, libro e film gettano uno sguardo sull'Olanda del XVII secolo, sull'Arte e sulle condizioni di vita di una ricca famiglia borghese e di una povera serva senza... ammortizzatori sociali.

Recensione libro



mercoledì 18 aprile 2012

Arte.
Cos'altro si può aggiungere?
Vermeer è un genio assoluto, di una modernità che affascina.
Per rendersene conto basta guardare i quadri (anche bellissimi) dei pittori suoi contemporanei.
"La ragazza dall'orecchino di perla", Jan Vermeer (Delft 1632 - Delft 1675)

lunedì 16 aprile 2012

Rivolte e Rivoluzioni
San Pietroburgo, fine febbraio 1917
Da qualche giorno i soldati in rivolta, liberatisi d'un tratto di qualsiasi disciplina, disertori e criminali comuni usciti di prigione, tutti armati, fanno regnare la violenza in alcune zone della città: negozi saccheggiati, borghesi presi a botte, passanti molestati e taglieggiati.

Il 1° marzo Maksim Gor'kij scriveva sul suo giornale, la Novaja žizin: "In troppi giudicano rivoluzionari alcuni gruppi che dimostrano solo la violenza asiatica di una folla incontrollabile [...]. A pochi giorni dalla caduta del vecchio regime sono già iniziati i saccheggi. Che accadrà adesso? Non ne ho la minima idea. Ma ho il presentimento che sorrerà molto sangue, molto più di quanto sia mai accaduto". I fatti, purtroppo, gli hanno dato ragione.

"Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit".
La natura ci tradisce, la fortuna muta, un dio dall'alto guarda ogni cosa.


sabato 14 aprile 2012

Libreria Arcadia, Melzo 
Presentazione "Il Guado" (Assessorato alla Cultura; Comune di Melzo)

http://www.arcadiacinema.com
Ogni pagina de “Il Guado” è un miscuglio di sogno e di autobiografia e ciò che a prima vista appare fantasioso a  volte è, brillantemente o dolorosamente, reale.
In otto episodi Tringale tenta di recuperare la “capacità di stupirsi”, di indagare sulle nostre origini umane e sociali, di porsi alla ricerca “delle proprie domande”.
“Il Guado” tratta di globalizzazione, di “invadenza tecnologica”,di immigrazione, di democrazia, di Storia, di “identità”, di senso di appartenenza e ci trasporta, in 222 pagine, in luoghi, tempi e contesti molto diversi come se ci invitasse a scrutare con gli “occhi della mente” la Grande Storia del Mondo e le piccole storie degli uomini.
Nell’ultimo capitolo, in un accorato omaggio ai cinquant’anni dall’uscita de “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia, Tringale prova ad osservare,da siciliano, la Svizzera e, da svizzero, la Sicilia e l’Italia.

martedì 10 aprile 2012

L'isola che non c'è: Realtà e Utopia.
Bennato si è liberamente ispirato al romanzo "Peter Pan" (1904) di James Matthew Barrie.

Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'è. 

"L'isola che non c'è", Edoardo Bennato
Forse questo ti sembrerà strano
ma la ragione
ti ha un po' preso la mano
ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un'isola che non c'è

E a pensarci, che pazzia

è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa
non può esistere nella realtà!....


 Son d'accordo con voi
non esiste una terra
dove non ci son santi né eroi
e se non ci son ladri
se non c'è mai la guerra
forse è proprio l'isola
che non c'è. che non c'è

E non è un'invenzione

e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perché
poi la strada la trovi da te

Son d'accordo con voi

niente ladri e gendarmi
ma che razza di isola è?
Niente odio e violenza
né soldati né armi
forse è proprio l'isola
che non c'è.... che non c'è



Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'è.

E ti prendono in giro

se continui a cercarla
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te

domenica 8 aprile 2012

Stupore 
Come si fa a continuare a votare gente che ha portato l'Italia al disastro?
Se decidete di non cambiare lista, almeno non votate i "rais", i capintesta, i capilista.
Continuare a farlo sarebbe illogico e immorale.


venerdì 6 aprile 2012

Microprocessori; da "Il Guado"
Vivesse oggi, William Paley lo chiamerebbe ancora orologiaio, o preferirebbe chiamarlo... progettista elettronico?
Cap. 3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).

Circuito integrato
«Spindle, hai mai visto una macchina fotografica o l’interno di un’autoradio?».
«Sì, con tutti quei rettangoli di plastica, i tondini, i piedini e le lucine».
«Bene, in quelle schede elettroniche ci sono milioni di componenti: transistors, condensatori, diodi, triodi, resistenze, amplificatori, trasformatori, induttanze, miscelatori, oscillatori e milioni di altre diavolerie. E tutti rispondono agli ordini del loro creatore: il Progettista. Il Dio di quell’immenso e complesso mondo è il Progettista, un uomo. Noi, come gli elettroni, i bit e i bytes di quelle schede elettroniche non conosciamo il Progettista, ma grazie alla nostra umanità possiamo però intuirne la presenza».
Spindle, perso nei suoi sogni, lo guardava senza vederlo.

Circuito integrato LM1972 (Processore audio)

giovedì 5 aprile 2012

Rembrandt da "Il Guado"
La "Ronda di notte", nota anche come "La compagnia del Capitano Frans Banning Cocq, è un dipinto ad olio su tela di 3,63 m x 4,37 m (proprio grande) realizzato nel 1642 da Rembrandt Harmenszoon Van Rijn. Occupa la parete di fondo di una grande sala del Rijkmuseum di Amsterdam.
Cap.3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).

"La Ronda di notte" di Rembrandt (1642)
«Ti ricordi di quel grandissimo quadro al Rijksmuseum di Amsterdam? La Ronda di Notte che occupava quell’immensa parete in fondo alla sala?».
«Sì, certo».
«Ti ricordi quanto a lungo l’abbiamo osservato? Tutti quei personaggi? Lo sfondo? I vestiti? Gli arnesi? Le espressioni?».
«Che forte quel quadro».
«Bene, in quel caso noi eravamo come Dio: potevamo vedere tutto».
Spindle cominciava a capire.
«Immagina adesso di coprire il dipinto con un grande lenzuolo bianco e di fare un piccolo taglio in corrispondenza delle mani del tamburino sulla destra o dello sguardo della bambina che tiene il pollo…».
«Per poi fallo vedere al primo disgraziato di passaggio?» lo anticipò
Spindle.
«Centro, hai capito. Noi disgraziati, attraverso quelle piccole fessure, cosa potremmo capire?».
«Ben poco».

mercoledì 4 aprile 2012

Goethe Bar da "Il Guado"
Cap. 5 "Madre Natura"
(Il protagonista, in viaggio per Hong Kong, in transito all'aeroporto di Francoforte, bevendo un drink al "Goethe Bar," riflette sull'assassinio... dell'Alitalia...).
«Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello» canticchiò sconsolato mentre brindava alla salute di Johann Wolfgang.
E così dopo decenni di malaffare, continui saccheggi e violenze di squallidi quaquaraquà politicamente trasversali, con la bancarotta dell’Alitalia, la compagnia di bandiera, tutti gli italiani erano stati subitaneamente trasformati in una massa di pigliainculo, proprio dei pigliainculo, come avrebbe detto il don Mariano di Sciascia.
"Goethe" bar, aeroporto di Francoforte,T
Dopo aver infatti sborsato per decenni montagne di denaro pagando tasse su tasse per sovvenzionare la vacca pubblica, alla fine si erano ritrovati con dell’aria fritta fra le mani. La parte buona ai privati, ai soliti amici. Quella cattiva, tossica, la bad company, a loro, ai contribuenti pigliainculo.
Grande sociologo quel don Mariano: delinquente, criminale, mafioso, ma grande sociologo.
Mentre il succo di pomodoro lo guardava minaccioso dal bicchiere pensò che da qualche tempo i politici usavano termini inglesi, per esempio bad company, per rendere più moderne le prese per il culo e termini medici, per esempio tossico, per darvi tocchi di scientificità.
Chiese consiglio con gli occhi a Wolfgang. E lui approvò con lo sguardo, sembrava volesse dirgli che ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà, di certo, non sentiranno mai il bisogno di sollevare lo sguardo al cielo..."

lunedì 2 aprile 2012

"Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia; 1961
Il primo scrittore ad avere avuto il coraggio di sollevare il velo di omertà che, da sempre, aveva coperto il  fenomeno "Mafia" in Sicilia ma, ancor di più, in Italia.
Il giorno della civetta, di Leonardo Sciascia, 1961
Un romanzo in cui, attraverso un caso poliziesco tutto sommato "ordinario", viene descritta con lucidità e profondità il "passaggio" dalla mafia arcaica, a quella "cittadina" degli appalti pubblici e della contiguità con la politica a qualsiasi livello.

 (Don Mariano Arena al capitano Bellodi):
« Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…  »




domenica 1 aprile 2012

Pudore
Come fanno, dopo aver portato l'Italia al disastro, a continuare a petulare?
Ad andare in televisione senza l'ombra del minimo pudore?
A pontificare su argomenti in cui, da decenni, falliscono?
A sopravvivere senza la minima traccia di coscienza individuale e responsabilità sociale?

"Il pudore è come un vestito, quanto più è consumato tanto minor cura se ne ha", Apuleio