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giovedì 29 marzo 2012

Triassico, Giurassico e... Paranoico.
Cap.3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Julia: pittrice americana di "volti"; Seb: il padre; Spindle: il figlio).
«Julia, che mentre ritraeva Spindle aveva ascoltato per tutto il tempo, posò i pennelli e disse: «Da come racconta queste storie, sembra che siano successe ieri».
«Non sono successe ieri, stanno succedendo ancora oggi, mentre noi parliamo! I loro effetti sono ancora fra di noi, nelle nostre menti, negli oggetti che tocchiamo, nei ruderi che ci ritroviamo per strada, nei nostri tabù, nella visione che abbiamo del mondo… solo i ciechi non se ne rendono conto. Quando mi sveglio al mattino non riesco più, da tanto, troppo tempo, ad accontentarmi di capire in che letto mi trovo, cosa ho fatto la sera prima o cosa mi toccherà quel giorno. Tutte le volte è come se mi svegliassi da un sonno di tredici miliardi di anni, mi passa per la mente l’Archeano, l’Algonchiano, il Cambriano, il Triassico, il Pliocene, l’Olocene, il Paranoico…».


La Terra nel Giurassico (200 milioni di anni fa)
Julia, Marta e Spindle sobbalzarono sulle sedie.
«Sì, sì, il Paranoico, l’era di internet, l’era della schizofrenia! Cosa credete, che sia ubriaco?».
«Paranoico, uahuuu!!! Viviamo nel Paranoico! Grande il mio papino!» fece Spindle «Al professore di Storia, a scuola, verrà una sincope quando gli racconterò del Paranoico… non vedo l’ora, non vedo l’ora».
«Ogni mattina, quando mi sveglio, mi ripassa per la mente, mi immagino, per flash, quello che so di questo mondo, come lo vedo. Mi chiedo chi sono e cosa faccio in questo anfratto dello spazio e del tempo. Ormai è una fissazione. Tutto ciò mi stanca, mi angoscia, ma mi fa sentire vivo, eterno».


martedì 27 marzo 2012

Lucerna fridge.
Il dipinto è stato reealizzato da Ernst Hodel nel 1927.

Lucerna 16'000 anni fa
Rappresenta una giornata estiva durante l'ultima era glaciale.
Sullo sfondo una vista panoramica delle Alpi dal monte Rigi al monte Pilatus. Renne e mammoths pascolano lungo i fianchi erosi delle colline.

lunedì 26 marzo 2012

Lucerna beach 
Il dipinto sotto è stato realizzato nel 1968 da Ernst Maass sulla base di precisi resoconti scientifici.

Lucerna 20 milioni di anni fa
Vista dal mare, guardando verso sud.
Un fiume, scorrendo dall'area in cui milioni di anni dopo si formeranno le Alpi, deposita ciottoli, sabbia e fango nel mare, poco profondo, dell'area di Lucerna. Piante e animali tropicali tutto intorno.


L'Italia nel Miocene-Pliocene (23 - 7) milioni di anni fa

domenica 25 marzo 2012

Inquinamento 
L'uomo è l'animale... più inquinante della Terra.

Invece di ringraziare i cinesi per la "politica del figlio unico" (e quindi per la limitazione della crescita demografica mondiale)...da decenni li critichiamo.
Che titoli abbiamo per farlo? Che esempi possiamo vantare? Dall'alto di quale pulpito possiamo parlare?
Quando i dirigenti cinesi adottarono la "politica del figlio unico" non c'era abbastanza cibo per tutti (negli anni '50 e '60 le campagne maoiste dei "Cento Fiori", del "Grando balzo in avanti" e della "Rivoluzione culturale" avevano provocato oltre cinquanta milioni di morti per fame).
Fernando Mezzetti ha scritto un libro interessantissimo sulle "convulse" metamorfosi della Cina di questi ultimi decenni.
http://www.ibs.it/code/9788850210176/mezzetti-fernando/da-mao-a-mcdonald-s.html

sabato 24 marzo 2012

"N" da "Il Guado"
Cap.3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).
«La Rivoluzione francese, che aveva abbattuto la monarchia, alla fine partorì “N”, elesse un imperatore, pensa un po’! Ma Napoleone, comunque figlio della rivoluzione, non si fece incoronare da Pio VII, il papa, perché la corona in testa se la mise da solo. Come a dire che il potere gli derivava dalle sue capacità e dal popolo che lo aveva eletto. Non si fece insomma fregare dal papa, come Carlomagno mille anni prima. Gran cervello fine, quel gran figlio di donna Letizia. Rifilò in sostanza al Papa la parte del notaio.
“N” era uno che non dormiva la notte, diceva di avere nel cervello mille cassetti che poteva aprire e chiudere a piacimento. Grande organizzatore, stratega finissimo, talmente fine che alla fine riuscì a sconfiggere se stesso. Al colmo della potenza si imbarcò infatti in un’impresa senza speranza: possedere la Grande Madre Russia e umiliare Alessandro I, lo zar che spudoratamente, a suo avviso, continuava a snobbarlo. Finì che Napoleone perse la Russia… e la Russia perse la modernità. Comunque sia era il 1812 e la pentola russa continuò a sobbollire, con il coperchio ben chiuso, per altri 105 anni».
«Cosa vuol dire, papà?».
«Vuol dire che centocinque anni dopo la Campagna napoleonica, nel 1917, forse per il mancato incontro con gli ideali della Rivoluzione francese, o per aver perso l’incontro con la modernità, di certo per il puzzo di chiuso e di stantio, la mancanza di vere e oneste riforme sociali, la corruzione dilagante, l’incapacità nel prendersi cura dei più elementari bisogni del proprio popolo, l’Impero russo collassò, di botto, come una montagna di sale. Nicola II e la sua famiglia furono trucidati con una ferocia che viene fuori solo quando si vogliono vendicare secoli e secoli di ingiustizie, bestiale sfruttamento e violenza su intere generazioni. Ancora nell’Ottocento, mentre l’Occidente era pervaso da folli cambiamenti e un inarrestabile progresso, i proprietari terrieri russi perpetuavano la ormai consunta società feudale con diritti assoluti sui propri contadini: diritti di vita e di morte. Per certi versi Nicola II fu sterminato proprio grazie alla vittoria del suo pro-pro-pro-zio Alessandro I...»

venerdì 23 marzo 2012

Precessione degli Equinozi.
L'asse terrestre, inclinato di 23° sull'Eclittica, si comporta come l'asse di una trottola.
Ecco perchè l'attuale Stella Polare non sarà in servizio in eterno. Fra circa 13'000 anni sarà sostituita da Vega.

Precessione degli Equinozi: animazione del Planetario di Milano (un giro ogni 25'785 anni).
L'osservazione del cielo, la struggente necessità di capire degli Umani, la creazione di miti fondatori sono comuni a tutte le civiltà. In alcuni casi, come in quello degli Aztechi, dettero origine a usi talmente cruenti e orribili da risultare ormai incomprensibili ai nostri giorni.
Lo Zodiaco raccoglie le dodici costellazioni che si alternano nel corso del ciclo di precessione (una costellazione dura circa 2'150 anni).


L'attuale era, quella dei Pesci, ebbe inizio circa duemila anni fa.
Nelle prime raffigurazioni di Cristo si associavano immagini di pesci, quali evidenti simboli di rinnovamento spirituale e universale.


giovedì 22 marzo 2012

Libreria Melisa, Lugano 
Presentazione "Il Guado": Relatore Fabrizio Catalano, regista e scrittore.

Libreria Melisa, Lugano



mercoledì 21 marzo 2012

'nu giardinu  da "Il Guado"
"C'è nu giardinu ammenzu di lu mari, tuttu 'ntissutu di aranci e ciuri..."
La baia di Giardini Naxos, Taormina e il suo stupendo Teatro Greco e, sullo sfondo, l'Etna.
Da Cap.8 "Kaos"
(Scena: Fra le colline di Tremona, Ticino, Svizzera. Personaggi: Sebastian mentre corre sotto la pioggia)
Tremona era bellissima quando, di tanto in tanto, si lasciava scoprire dalle nuvole basse.
La pioggia fine sulle tegole color ocra, il fumo dei camini immobile e stratificato sulle case strette gomito a gomito, e la nebbia che copriva e scopriva l’antico campanile romanico gli riscaldavano la mente e il cuore.
Assuppa viddanu” pensò mentre correva bagnato fradicio sotto la pioggia, con Tremona sdraiata a mezzacosta qualche centinaio di metri più in giù.
Assuppa viddanu” ripetè: la pioggia leggera e innocua che ogni contadino siciliano chiede al cielo. Era partito all’alba da Meride, un gioiello d’altri tempi. Cento passi di corsa e cento di marcia l’avevano portato in vetta al monte San Giorgio in meno di un’ora. Attraversando le terre dove duecento milioni di anni prima avevano vissuto dinosauri e altre creature estinte pensò a come la vita possa apparire tanto effimera quando la si confronta con le profondità del tempo. Di fronte a duecento milioni di anni carriera, preoccupazioni, fortuna, sfortuna, ripicche, successi e insuccessi vestono, semplicemente, altri colori.
“Solo dei buoni figli e un buon ricordo di sé, cioè futuro e passato, sono le sole cose che val la pena di lasciare su questo mondo” si disse mentre correva a perdifiato su un costone in salita.
Era zuppo fradicio e si sentiva in perfetta forma.
I sentieri sterrati, ormai raramente usati, costeggiavano boschi e campi ben curati, panchine solide, cartelli puliti piazzati al posto giusto. Pulizia ovunque, niente rifiuti, attenzione per i dettagli, nessuna scritta becera a imbrattare e imbruttire.
Quella terra era figlia della propria gente, non viceversa.
Sembrava una bambina in fasce accudita con amorevole cura.
Rifletteva lo spirito di appartenenza, di responsabilità, il buon senso, l’amore per le cose comuni, quotidiane, il rispetto per quanto ereditato e da restituire.
Si sentiva profondamente legato a quella terra. Era la terra della mente.
Com’era diversa dalla Sicilia.
La Sicilia di abbagliante bellezza accecata da fatalismo, abbandono e rassegnazione.
Cosa avrebbe pagato perché anch’essa potesse diventare, un giorno, figlia della sua gente.
“La Storia è tatuata nell’anima della gente” pensò mentre attraversava il guado a valle del vecchio mulino “…si raccoglie sempre un po’ di quel che si semina e un po’ di quel che la Fortuna ci manda”.
Si fermò a riprendere fiato, era arrivato a un crocevia da cui si dipartivano tre sentieri. Sollevò il viso alla pioggia, chiuse gli occhi e aprì le braccia come a ringraziare Dio per averlo fatto nascere e averlo tenuto ancora in vita.
Conosceva quei boschi come le sue tasche. Restando a occhi chiusi girò lo sguardo, in successione, verso i due punti, ben riparati, da cui sapeva che un qualsiasi cecchino avrebbe potuto facilmente abbatterlo.
Respirò a fondo, era tranquillo.
In quella seconda vita che si era costruito, anno dopo anno, con la pazienza di un ragno, non c’era violenza, non voleva violenza.
Ce n’era già abbastanza nella sua prima vita.
Era rientrato in Ticino per una settimana, una sola settimana.
Aveva annullato impegni e stravolto l’agenda per poter andare a pescare con un bambino e cercare di spiegargli perché Dio ha la barba bianca.
Le anime fetide a cui aveva deciso di togliere la vita avrebbero dovuto aspettare il suo ritorno. Avrebbero dovuto aspettare le risposte che lui doveva a un bambino.
.. "
http://www.comune.taormina.me.it/

martedì 20 marzo 2012

Equinozio di primavera.
Oggi il giorno e la notte avranno durata uguale.
Da domani, fino al solstizio d'estate, a metà giugno, le giornate si allungheranno.
Poi cominceranno a ridursi: giorno dopo giorno il sole si abbasserà inesorabilmente sull'orizzonzte e, quando  sembra che debba morire, precipitare per sempre  oltre  la linea dell'orizzonte, d'improvviso, verso la fine di dicembre, comincia a risalire nel cielo rinnovando il ciclo della Vita.
E' il sol invictus dei nostri antichi antenati, il sole non vinto che ridà luce, calore e vita agli umani.
Non è un caso che il Natale cristiano abbia luogo proprio in quei giorni.

Equinozio di Primavera
Nel corso di un anno la Terra compie un'orbita ellittica (quindi piana) che viene chiamata Eclittica. L'inclinazione dell'asse terrestre (circa 23° sul piano dell'orbita) rende possibili le stagioni e le notti e i giorni polari.
Quando l'Eclittica interseca l'Equatore Celeste si hanno gli Equinozi.
In questa nostra era (dei Pesci, avvento del Cristianesimo), agli Equinozi il sole sorge sulla costellazione dei Pesci.
La prossima era sarà quella dell'Acquarius dell'Hair di Milos Forman.
Tutto ciò è dovuto alla "precessione degli equinozi" che cambia la stella polare di turno e la costellazione che fa da sondo al sole all'alba degli equinozi.

lunedì 19 marzo 2012

Pensiero orizzontale da "Il Guado" 
Da Cap.3 "Il Guado" (Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).


«Spindle, visto che parliamo di ancoraggi, cioè di certezze, ricordati di sviluppare, sempre, il pensiero “orizzontale”. Se da grande vorrai diventare uno specialista, fallo pure, ma ricordati di non perdere mai di vista la visione d’insieme, in sostanza il “panorama”.Ti ricordi del volo della scorsa estate sulle Alpi? Ogni specializzazione è come una valle. Specializzandoti ti addentri per la tua valle, ma rischi di restarne prigioniero. Solo il pensiero “orizzontale”, portandoti ad alta quota, ti darà la capacità di avere la visione di quel che succede nelle varie valli».
Spindle si era perso nei propri pensieri.

giovedì 15 marzo 2012

La meccanica celeste
La Meccanica è una branca della Fisica.
La Meccanica Celeste studia il moto dei corpi celesti (galassie, stelle, pianeti, asteroidi, comete, satelliti, spazzatura spaziale, etc...). La Meccanica Newtoniana include: Statica, Cinematica e Dinamica.
Il centro di gravità permanente di cui parla Franco Battiato nella sua magica canzone dell'81  credo stia all'incrocio fra quel che si ha e quel che si vorrebbe avere e fra quel che si è e quel che si vorrebbe essere (Erich Fromm, sentite quel che ha da dire Sara Pluviano della 4F).
Ho detto all'incrocio, non nell'equilibrio.
Fosse all'equilibrio staremmo ancora a mangiar bacche  e spidocchiarci a vicenda tutto il giorno. Un pizzico di ambizione ci vuole, perdio! Per il genere umano il richiamo della Follia è salutare.
Ma non bisogna dimenticare coscienza individuale e responsabilità sociale.
Non lo facessimo, finiremmo all' Homo homini lupus di Plauto.
Ma questa è un'altra storia. Questa sarà storia di un altro giorno.

http://www.youtube.com/watch?v=D1401I4LFR4
Cerco un centro di gravità permanente
 (Franco Battiato, 1981)

Una vecchia bretone con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù.
Capitani coraggiosi furbi contrabbandieri macedoni.
Gesuiti euclidei  vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
della dinastia dei Ming.

Cerco un centro di gravità permanente

che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente avrei bisogno di... 
Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente avrei bisogno di...


Over and over again.
Per le strade di Pechino erano giorni di maggio tra noi si scherzava a raccogliere ortiche.
Non sopporto i cori russi la musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese.
Neanche la nera africana.

Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente avrei bisogno di... 
Cerco un centro di gravità permanente
che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente avrei bisogno di...


Over and over again you are a woman in love baby come into my life
baby i need your love i want your love over and over again.


mercoledì 14 marzo 2012

Albert e gli occhi della mente
Non voglio farvi fumare il cervello, ma non si può non restare strabiliati dalla capacità di Einstein nell'usare gli occhi della mente per viaggiare, armato solo di cervello e umiltà, in mondi sconosciuti, in universi che non rientrano nella sfera dei nostri sensi. Mah!!!
 
Albert Einstein (Ulm 1879 - Princeton 1955)
Se volete avvicinarvi ad alcune delle pensate di Albert (e riuscite a trovare 9 minuti e 41 secondi), guardate l'interessante filmato di Piero Angela.
http://www.youtube.com/watch?v=Paemd4LEa8g&feature=related
A questo punto tornano alla mente le parole del grande poeta: "Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza..."
Albert, con tutte le sue contraddizioni di uomo, c'è riuscito in pieno (oggi sarebbe stato il suo 133° compleanno).

lunedì 12 marzo 2012

I Predatori dell'Afa! I liberatori dall'Afa!!!
I due signori sotto, insieme a Nicolas Léonard, hanno di fatto inventato la Termodinamica e ci hanno liberato (insieme a tanti altri sconosciuti inventori, studiosi e artigiani)  ...  dall'Afa! Chi se li ricorda? Non dico d'inverno davanti al camino, ma d'estate, quando sotto la canicola di agosto nessun posto... è abbastanza all'ombra. Il contributo sociale che hanno dato all'Umanità è immenso. La Freschezza che hanno regalato a destra e manca, a Nord e a Sud, è imperdibile. Eppure in pochi ne conoscono l'esistenza.
Equazioni (spesso) valide in questa nostra bizzarra società:
.  grande contributo sociale >>> poco riconoscimento
   (infermieri reparti terapie intensive, pompieri, soldati al fronte, chirurghi e medici di pronto soccorso, insegnanti,
   poliziotti, netturbini, scienziati, ricercatori, ...)
.  scarso contributo sociale >>> enorme riconoscimento
   (calciatori, presentatori TV, cantanti, attori, tennisti, oligarchi (russi, arabi e non), speculatori finanziari,
   presidenti di multinazionali, presidenti di banche, etc...)
Meditate gente, Meditate,  diceva ...
The Reverend Dr Robert Stirling (Cloag Farm 1790 – Galston 1878)
Lord William Thomson, 1° barone Kelvin  (Belfast 1824 - Largs 1907)

domenica 11 marzo 2012

O volete l'Afa???
Niente Carnot... tanta Afa.
Tanto Carnot... poca Afa!
Nicolas Léonard Sadi Carnot, con William Thomson, Robert Stirling, e ....



sabato 10 marzo 2012

Volete Carnot???

Nicolas Léonard Sadi Carnot (Parigi 1796 - Parigi 1832)

venerdì 9 marzo 2012

Santa Madre Russia da "Il Guado" 
"E i libri che abbiamo letto, e gli amori, e gli inganni?
E possiamo anche fare a meno dell’adolescenza e della giovinezza:
ma un uomo è quale i primi dieci anni di vita lo hanno fatto;
e nulla sappiamo di lui se nulla sappiamo di questi suoi dieci anni…"
Leonardo Sciascia, Todo modo


Da Cap.7 "Santa Madre Russia"
(Scena: casa paterna; Tempi: Gori, Georgia, 1884; Personaggi: Stalin da bambino)

Iosif Vissarionovič Džugašvili (il futuro Stalin) a 15 anni
«Mio padre la picchiava e mi guardava con occhi inghiottiti dall’odio.
E la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava, la picchiava...
E io piangevo.
E Lei, zuppa di sangue, cercando un varco fra le palpebre tumefatte, mi sorrideva dolcemente.
Quel sorriso era la mia casa. E non avevo altro intorno.
Ero bambino e ritto in piedi vedevo lui che la batteva con ferocia e attraverso le mie lacrime il suo sorriso sfuocato era tutta la mia casa. Lei era mia madre.
Anche se dicevano che, da sempre, fosse scritto nel Galateo, nel Domostroj, io non credevo che la battesse con così tanta ferocia perché l’amava».


giovedì 8 marzo 2012

Maternità.
Stelle, già dal tramonto,
si contendono il cielo a frotte,
luci meticolose
nell'insegnarti la notte.

Un asino dai passi uguali,

compagno del tuo ritorno,
scandisce la distanza
lungo il morire del giorno. 

Il ritorno di Giuseppe, Fabrizio De André, 1970
Ai tuoi occhi, il deserto,
una distesa di segatura,
minuscoli frammenti
della fatica della natura.

Gli uomini della sabbia

hanno profili da assassini,
rinchiusi nei silenzi
d'una prigione senza confini. 

Odore di Gerusalemme,
la tua mano accarezza il disegno
d'una bambola magra,
intagliata del legno.

"La vestirai, Maria,

ritornerai a quei giochi
lasciati quando i tuoi anni
erano così pochi."

E lei volò fra le tue braccia

come una rondine,
e le sue dita come lacrime,
dal tuo ciglio alla gola,
suggerivano al viso,
una volta ignorato,
la tenerezza d'un sorriso,
un affetto quasi implorato.

E lo stupore nei tuoi occhi

salì dalle tue mani
che vuote intorno alle sue spalle,
si colmarono ai fianchi
della forma precisa
d'una vita recente,
di quel segreto che si svela
quando lievita il ventre.

E a te, che cercavi il motivo

d'un inganno inespresso dal volto,
lei propose l'inquieto ricordo
fra i resti d'un sogno raccolto.

mercoledì 7 marzo 2012

India "Il Guado"
Quello a destra nella foto, armato di un boccale di Kingfisher, è il DK del 1° capitolo. 

2003, All'Imperial Hotel di Delhi, con DK e Mr Saggu, alla fine di una giornata ... da fiera.



martedì 6 marzo 2012

Ahmed  da "Il Guado"
Questo è il "Gateway" dove nel 2003 vidi il piccolo Ahmed.
Da Cap.1 "Il bottino di Ahmed"
(Scena: Gateway of India, Mumbai; Tempi: Attuali; Personaggi: Io narrante; Il piccolo Ahmed)
Gateway of India, Mumbai, India
"Ahmed non aveva braccia.
E neanche gambe.
I suoi genitori avevano deciso di amputargliele quando non aveva ancora tre anni, quando avevano scoperto che aveva gli occhi teneri, ideali per l’elemosina.
Erano occhi dolci, non selvatici e primitivi come quelli di Amin e Farid.
Erano occhi a cui non erano abituati, di un tipo che non avevano mai incrociato prima nelle loro vite, che li attirava e li impauriva.
Li attirava perché faceva loro intravedere quel mondo benigno che sognavano quando la fatica di vivere li lasciava esausti.
Li impauriva perché capivano che aprire un varco a quegli occhi li avrebbe lasciati indifesi, esposti all’onnipresente violenza in cui erano immersi da quando erano nati.
Gli avevano quindi tagliato le braccia e le gambe perché pensavano fosse la cosa giusta da fare.
Pensavano che collocandolo ogni mattino al posto giusto, su un carrettino a ruote spinto dai suoi due fratelli, avrebbe potuto fruttare, di certo, un sicuro bottino.
Ogni giorno.
Fu così che in un soffocante mattino d’inverno ad Ahmed fu tagliato il primo braccio.
Di netto, alla radice.
Nel volgere di un paio d’anni gli furono recisi l’altro braccio e le due gambe.
Così, a sei anni, Ahmed fu pronto per il proprio destino di soldato.
Fu pronto per il bottino.
Il bottino di Ahmed, ne erano certi, li avrebbe aiutati a sfamare i loro tanti figli e le troppe figlie.
I genitori di Ahmed non erano cattivi.
Non potevano esserlo perché non sapevano cosa volesse dire essere buoni.
Non potevano essere buoni perché dentro le loro teste, le loro anime e i loro cuori non erano mai potuti entrare il senso di compassione, lo spirito di pietà, il senso della Storia, il senso della provenienza, il piacere dell’appartenenza, la logica aristotelica o il senso di un progetto di vita".
Per molti aspetti, quando erano nati, il mondo era nato con loro.
Nelle loro anime non aveva potuto quindi crescere che un cupo e duro istinto di sopravvivenza.
Un istinto che, piuttosto che farli vivere con coscienza, li sospingeva verso una vita buia e senza speranza.
I loro occhi erano finestre che davano su cervelli scarni, privi dei mobili di un affetto ricevuto o dei tappeti di un’educazione ereditata.
Da quanto entrambi potessero ricordare, frugando nelle più sperdute nebbie delle loro memorie, fra i lontani, maleodoranti ricordi del loro umido e desolato villaggio, spurgava solo un senso di disperata paura e un ancor più ferino istinto di sopravvivenza.
Madre Natura, la sfortuna e l’abitudine li avevano programmati per sopravvivere a qualsiasi costo e in qualsiasi modo.
Anche oltre quei limiti che per milioni di persone potevano costituire una non vita.
Fu per tutto questo che quando avevano scoperto gli occhi dolci di Ahmed li avevano benedetti come un dono di Allah.
Si avviavano ormai verso il tramonto dei loro trent’anni ed erano certi che fosse proprio un tardivo dono di Allah.

Un lampo!
Ahmed emerse come un lampo dalla vista di insieme del “Gateway con folla e Taj Mahal sullo sfondo” che mi stavo godendo mentre il battello si preparava all’ormeggio.

Traghetti per Elephanta Island, ormeggiati sul molo del Gateway of India.

lunedì 5 marzo 2012

Catania, 10:30. Oggi "Il Guado" è diventato un libro in carta e inchiostro.
Oggi Giuditta mi ha consegnato le prime copie.
Dopo due anni "Il Guado" è finalmente un libro in carta e inchiostro.
Ho sempre sentito il bisogno di scrivere per capire. In passato ci avevo provato tante volte, ma sempre senza successo. Nel gennaio del 2009 capii però che, forse, era arrivato il momento giusto.
Ho scritto "Il Guado" di getto, senza sapere cosa sarebbe successo alla pagina successiva. Ogni tanto avevo dei flash (il capitolo 3 mi riportava alla mente "La via degli angeli" di Pupi Avati, nel capitolo 8 entravano prepotentemente in scena Don Mariano Arena e il Capitano Bellodi di Sciascia, e così via). Se ho scritto di getto, ho però raffinato  per mesi e mesi con continue riletture e successive distillazioni.
http://www.aebeditrice.com/it/libri_collana.php?id=42
Fu Fabrizio Catalano che mi mise in contatto, durante il "Salone del libro" 2011, con Mauro Bonanno (a destra nella foto sopra), buon editore di terza generazione, di Acireale (Catania).
Trattando "Il Guado" (anche e molto) di Sicilia preferivo un editore siciliano, per cui declinai le offerte di altri due editori del continente.
Un ringraziamento particolare va a Giuditta Busà, la mia editor, per la... postdistillazione. Con professionalità e indipendenza di giudizio mi ha infatti aiutato, con leggerezza, a migliorare il libro.

domenica 4 marzo 2012

Hinmaton Yalaktit  da "Il Guado"
5 ottobre 1877, Bear Paw, Montagne Rocciose.
Discorso di resa di Yinmaton Yalaktit, Capo dei Nasi Forati. 
Da Cap.4 "Uncle Tom" (Scena: Bear Paw, Montagne Rocciose; 5 ottobre 1877; Personaggi: Yinmaton Yalaktit e diversi capi Nez Percés; Gen. Oliver Otis Howard e Ufficiali dell'Esercito degli Stati Uniti)
Yinmaton Yalaktit
Quando il sole riuscì a dissolvere la bruma del mattino, il tenente O’Shea potè vedere il teatro di battaglia. Al Bear Paw i pochi guerrieri superstiti si preparavano ad affrontare le truppe del generale Miles. Ma lui sapeva che l’artiglieria da montagna sarebbe arrivata presto, e con essa sarebbe arrivata la fine dei Nez Percés. La battaglia cominciò nel pomeriggio. I guerrieri Nez Percés riuscirono a respingere Miles, ma nei giorni successivi gli Howitzer e una terribile bufera di neve misero fine, a poche miglia dalla salvezza dal confine con il Canada, alla lunga marcia del Grande Capo Hinmaton Yalaktit e della sua gente.
Il 5 di ottobre il Grande Capo Hinmaton Yalaktit si arrese al generale Howard.
Il tenente O’Shea era riuscito a non ricongiungersi, per cinque giorni, con le truppe del Generale, ma sapeva perfettamente cosa stava accadendo.
Il Grande Capo Hinmaton Yalaktit arrivò allo Stato Maggiore del generale Howard quando il sole era alto sulle montagne. Quando entrò nella tenda, il Generale e il suo Stato Maggiore si alzarono in piedi, scattando sull’attenti.
Il Grande Capo Hinmaton Yalaktit depose il suo arco, le frecce e il pugnale ai piedi del generale Howard, poi con voce rotta dalla fatica disse: «Sono stanco di combattere, i nostri capi sono tutti caduti, Looking Glass è morto, Toolhulhulsote è morto. Tutti gli anziani sono morti. Ora i giovani diranno sì o no. Quello che guidava i giovani è morto. È freddo e non abbiamo coperte. I bambini muoiono di freddo. Alcuni della mia gente sono fuggiti nelle montagne e sono senza coperte e senza cibo. Nessuno sa dove siano, forse stanno morendo di freddo. Vorrei aver tempo per cercare i miei bambini e vedere quanti ne posso ancora trovare. Forse li troverò fra i morti. Ascoltatemi, Capi! Sono stanco, il mio cuore è malato e triste. A cominciare da dove ora è il sole, io non voglio più combattere».
Dopo di ciò si copri il viso con la coperta e iniziò a piangere sommessamente.

sabato 3 marzo 2012

Sepp  da "Il Guado"
Un omaggio a un grande capo e a un vero uomo, un artista della vita. 
Da Cap.4 "Uncle Tom"
(Scena: Montagne rocciose; 10 maggio 1877; Personaggi: Pioggia Scrosciante, Piccolo Puma, Uccello Bianco, Ebenezer Scroog, Joshua Mc Dermott, Looking Glass, Tenente Sepp O'Shea).
 
Hinmaton Yalaktit, Capo dei Nasi Forati (Oregon 1840 - Washington State 1904)
"La pallottola entrò dalla tempia destra e uscì dall’occhio sinistro.
Pioggia Scrosciante cadde fulminato.
Schizzi di cervello e schegge di cranio colpirono Piccolo Puma al volto.
Come un fulmine, Uccello Bianco ordinò ai suoi guerrieri di rientrare al campo. Allo stesso tempo lanciò un’occhiata che non lasciava scampo a Piccolo Puma. Poi si chinò, caricò Pioggia Scrosciante sulle spalle e si diresse verso il bosco di larici a duecento passi sulla sua sinistra. Dal folto del bosco seguì con lo sguardo i suoi guerrieri finché fu certo che si fossero dileguati oltre il costone. Poi adagiò il corpo di Pioggia Scrosciante su una radura riparata e cominciò a piangerlo. Tutta la notte. Si lamentò, sconvolto dal dolore, per tutta la notte. Pioggia Scrosciante era stato un saggio e valoroso guerriero e ora stava galoppando verso le praterie del cielo. Lui e la sua gente dovevano invece restare, ancora, nell’inferno degli uomini bianchi dal cuore oscuro.

Ebenezer Scroog respirò con voluttà il fumo della polvere da sparo che fuoriusciva dal suo Springfield e guardò con altrettanta voluttà il guerriero cadere fulminato, poi disse lentamente a Joshua McDermott, che stava sdraiato accanto con il fucile puntato verso il gruppo di uomini in fuga: «L’ho preso quel bastardo di muso rosso, uno in meno… e il buon Dio sa quanti ne abbiamo ancora da far fuori». Poi sputò per terra e ringhiò: «Ucciderli mi fa godere più che portarmi a letto quella puttana di Jenny, giù al saloon».
Joshua lo guardò con aria ebete: «Di’, Ebenezer, andiamo a prendere lo scalpo a quel  bastardo?».
«Che si fotta lui e il suo scalpo. Che marcisca con quell’altro quasi cadavere che l’ha trascinato nel bosco! Di’ piuttosto ai ragazzi di radunare gli appaloosa, a colpo d’occhio dovrebbero essere un centinaio. Guaderemo lo Snake due miglia più a valle. Non vedo l’ora di scolarmi una bottiglia e prendermi Jenny. Tanto, prima o dopo, quel morto su due gambe passerà ancora davanti al muso del mio Springfield».

Looking Glass arrivò poco prima dell’alba con tre cavalli.
Era solo.
Quando fu ai margini del bosco fece il verso del coyote.
Uccello Bianco rispose con quello del falco.
Caricarono Pioggia Scrosciante su un cavallo, poi si diressero con il cuore buio verso il campo.
Una lacrima rigava ancora il volto di Uccello Bianco.

Un binocolo militare osservava la scena.
L’Ufficiale di cavalleria tirò un sospiro di sollievo: ce l’avevano fatta. Aveva aspettato tutta la notte. Li vide allontanarsi: tre uomini e tre cavalli, uno era steso di traverso sull’appaloosa di  coda.
10 maggio 1877
Dal Ten. Sepp O’Shea 3° Cavalleggeri di stanza a Fort Lapwai. Al Gen. Oliver Otis Howard, Quartier Generale. Mentre i Nasi Forati, come da ordini ricevuti il 3 di maggio, radunavano le mandrie di appaloosa per cominciare il guado dello Snake, bande di coloni li hanno attaccati razziando un centinaio di capi. Nello scontro è stato ucciso un ragazzo della tribù. Una decina di guerrieri, staccatisi dal gruppo, hanno contrattaccato ma la potenza di fuoco dei coloni, nettamente superiore, li ha respinti. Un guerriero è stato abbattuto da un  cecchino, poco prima del tramonto, due miglia a nord ovest del guado sullo Snake. Come da ordini, seguirò i movimenti di Capo Giuseppe. È probabile che seguirà la pista delle Seven Devils Mountains. Resto in attesa di ordini.

http://www.youtube.com/watch?v=K3tAfnDVbv8

giovedì 1 marzo 2012


Fondazione "Leonardo Sciascia", Racalmuto

Nel febbraio del 2009, visitando la "Fondazione", nel vedere nell'ampia sala al primo piano la grande collezione di ritratti di scrittori (per lo più francesi, ma anche italiani, tedeschi, inglesi e spagnoli) che Leonardo Sciascia aveva raccolto in tutta una vita... pensai: “Ha fondato un villaggio in cui abita solo gente che ama e ammira. Ogni tanto va con la mente in piazza e si fa quattro chiacchiere con Voltaire, Stendhal, Goethe, Leopardi o il primo che passa per la via".