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sabato 23 giugno 2012

La cultura degli orifizi. La degenerazione negli orifizi.
Dalle "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar, 1951.
"Troppi procuratori o pubblicani avidi, troppi senatori diffidenti, troppi centurioni brutali hanno compromesso in anticipo l'opera nostra; e agli imperi non è concesso più tempo che agli uomini per imparare, a spese dei propri errori, Là dove un tessitore rattopperebbe la sua tela, dove un  calcolatore abile correggerebbe i suoi eroori, dove l'artista ritoccherebbe il suo capolavoro ancora imperfetto o appena danneggiato, la natura preferisce ricominciare dall'argilla, dal caos; e questo sperpero è ciò che si chiama l'ordine delle cose".


Tante montagne di soldi, immoralmente in mano a pochissimi, avidi, individui, spesso speculatori che non danno alcun contributo alla Società, a cos'altro servono oltre che a soddisfare i loro orifizi e le infantili vanità? 

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