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mercoledì 29 febbraio 2012

La volgarità è, in qualsiasi caso, un cortocircuito dell'intelligenza     (R. Tringale)
La volgarità marcisce in fretta, l'ironia resiste al tempo, la satira può diventare eterna.
La forma vale (chiedetelo ai giapponesi) quasi quanto la sostanza. Mi è capitato diverse volte di comprare, a notte fonda o all'alba, nelle stazioni giapponesi, dei biscotti da usare come cena o colazione di emergenza: deliri da imballaggio. Per i nostri occhi uno spreco, per i loro una necesssità.
Il dolce (circa 3.-- EUR) era dentro la scatolina dorata che a sua volta era dentro la scatolina avorio.
Altro esempio: guanti bianchi, cappello e divisa impeccabile dell'autista.
Autobus in servizio al Kansai International Airport, Osaka
Ultimo esempio... la colletta.
I ragazzi sotto chiedevano soldi per opere di beneficenza.
Ad ogni offerta, perfettamente sincroni e allineati, facevano l'inchino e ringraziavano a voce alta.
Li ho puntati a lungo, ma quando alla fine ho preso la macchina fotografica... ho mancato l'inchino (mi partiva il treno).

sabato 18 febbraio 2012

Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore.
Fabrizio De André 
Buon Compleanno Fabrizio
Fabrizio De André (Genova 1940 - Milano 1999)

(da "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, 1961; Don Mariano Arena al capitano Bellodi) 
« Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, chè mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…  »

venerdì 17 febbraio 2012

Viavai
Molti anni fa lessi "I greci d'occidente" di Valerio Massimo Manfredi e Lorenzo Braccesi. Mi ricordo che mi colpì apprendere che già 1'000 anni prima di Cristo il Mediterraneo era una sviluppata rotta commerciale. I fenici, i primi mercanti, vi trasportavano infatti manufatti da est verso ovest e, di ritorno, materie prime e metalli.



I viaggi Libano-Spagna erano all'ordine del giorno e, visto che per ogni vero marinaio ogni capo all'orizzonte è una tentazione da doppiare, alcuni di loro raggiunsero addiritura le coste equatoriali africane e, a nord, quelle islandesi.

giovedì 16 febbraio 2012

Piri Reis e la Carta.
Nel 1929 fu scoperta, nel palazzo Topkapi di Istanbul, la Carta Nautica che fu chiamata di "Piri Reis", ammiraglio, e presunto agente segreto, ottomano.

L'ammiraglio Piri Reis e frammenti della sua Carta
Piri Reis compilò la Carta Nautica nei primissimi anni del 1500 basandosi su carte più antiche.
Sull'argomento sono state svolte innumerevoli ricerche e scritti molti testi.
Qui di seguito voglio riassumere solo pochi fatti.
.  Alcuni frammenti della Carta riportano le coste dell'Antartico (che sarebbe stato scoperto trecento anni dopo, nel gennaio 1820) e le sue coste libere dai ghiacci.
.  Le rilevazioni effettuate nel 1957 hanno confermato la correttezza dell'andamento costiero sotto lo strato di ghiaccio.
.  I geologi sostengono che l'Antartide sia stata libera dai ghiacci fra 15'000 e 11'000 anni fa.
.  Il servizio cartografico dell'aeronautica degli Stati Uniti ha confermato la correttezza dei rilevamenti.
Domanda: "Chi può aver redatto una carta talmente precisa migliaia di anni prima del sorgere delle prime civiltà umane?".

L'Antartide e la coltre di ghiaccio.


mercoledì 15 febbraio 2012

Si vis pacem, para bellum
La Forza è come un coltello: può uccidere o aiutare a dividere il pane.
La Forza non è un bene, o un male, in sè. Tutto dipende dall'uso che se ne fa. Durante la leva (ai miei tempi era obbligatoria) ero ufficiale dell'esercito. Un'esperienza che, fra alti e bassi, rifarei. Fa vedere la realtà con occhi diversi. Il servizio militare, se centrato sul rispetto della persona, può aiutare a costruire il Paese dal basso e scoraggiare, con la forza del giusto, la violenza gratuita, spesso brutale.
A parlar così mi sembra di essere il cugino più giovane di Cassandra.

Generale di Mare

martedì 14 febbraio 2012

Lovers  da "Il Guado"
Dove si parla di Fisica e Sentimenti.

Da Cap. 3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).
Spindle non sapeva cos’altro aspettarsi.
«Newton. Isaac Newton. Legge di gravitazione universale!».
«Mi devo preoccupare? Sono in arrivo delle formule?».
«Ben detto, ragazzo: F = G x (m1 x m2)/r2».
«Quando me la faranno studiare a scuola, questa gravitazione?».
«Non ha importanza, spiegata nel modo giusto puoi capirla anche adesso».
Spindle lo guardò sempre più preoccupato.
«La forza di attrazione di due corpi 1 e 2 è pari alla costante di gravitazione universale G moltiplicata per le masse dei due corpi, divisa per la distanza fra i corpi al quadrato».
«Questo è il colpo di grazia» fece Spindle.
«Non ti preoccupare, giovanotto: è tutto molto semplice. Questa legge si applica sia alla fisica che ai sentimenti».
Spindle non sapeva più cosa pensare.
«La forza di gravitazione è una forza centrale, vuol dire che passa per i baricentri, i cuori, dei due corpi. La costante di gravitazione G è una costante della natura, indipendente dai materiali, per certi aspetti è l’impronta, il soffio di Dio».
Spindle lo ascoltava attento.
«Questa forza è tanto più grande quanto più grandi sono i corpi e quanto minore è la loro distanza, e si esplica fra due qualunque corpi di questo universo: fra te e me, fra te e Vega, fra noi e il pianeta Terra, fra me e Giove, fra te e il Sole, fra il nonno e l’Orsa Maggiore e così via per miliardi di miliardi di combinazioni. Ecco perché tu influenzi e sei influenzato dall’Universo e non in senso metaforico, ma proprio fisico… e con tanto di formula. A me piace pensare a tutte queste forze come a tanti fili colorati che formano un incredibile tessuto divino».
«Non mi è difficile capire quel che dici».
«Ne sono più che certo e adesso applichiamola agli uomini. Quando due persone si innamorano la forza di attrazione diventa infinita perché entrano in risonanza, la loro distanza si annulla, si compenetrano, e il prodotto dei loro sentimenti  m1 x m2  tende all’infinito. È sbocciato in poche parole l’amore che può travolgere ogni ostacolo, porta a metter su casa e fare figli, rende pronti al sacrificio».
Spindle lo guardò serio: «Però questa forza spesso non dura, perché altrimenti molti miei compagni non sarebbero figli senza papà visto che i loro genitori si sono separati».
«Hai ragione, Spindle, il valore della Forza non è costante, varia con il Tempo, è una funzione del Tempo. Purtroppo dopo aver toccato il cielo, l’infinito, il suo valore può scendere, può arrivare a zero o addirittura diventare negativo: generare cioè liti e repulsione. Per mantenerne un alto valore occorrono equilibrio, fatica, pazienza e disponibilità. E Dio sa quanto sia difficile in questa nostra società priva di solidi ancoraggi».
Sebastian guardò di nuovo suo figlio con occhi attenti.
Sir Isaac Newton  (Woolsthopre by Colsterworth 1642 - Londra 1727)  

http://www.youtube.com/watch?v=QTOCG4mKLQI

lunedì 13 febbraio 2012

Vitaliano Brancati: un Uomo.
In gioventù Brancati subì il fascino... del fascismo.

Nato a Pachino nel 1907, si trasferì con la famiglia a Catania nel 1920.
Le sue opere "filoregime" vanno fino al 1934 (27 anni), quando rigettò il fascismo abiurando gli scritti giovanili. Lasciata Roma si autoesiliò a Catania dedicandosi all'insegnamento e collaborando, fino alla soppressione nel 1939, al settimanale Omnibus di Leo Longanesi.
Per qualche anno insegnò anche all'Istituto Magistrale di Caltanissetta dove, in quegli anni, studiava Leonardo Sciascia.
Brancati ebbe l'intelligenza, l'onestà e il coraggio di rendersi conto della falsità e del nonsenso del fascismo, di averlo rigettato... e di aver pagato il conto.
Tanti altri "intellettuali", diventati antifascisti alla buon'ora, davanti a Brancati, semplicemente... scompaiono.

domenica 12 febbraio 2012

Vitaliano Brancati Sofferenza e Poesia.
(da "Paolo il caldo", 1954
Scena: Casa Castorini a Catania; Tempi: primi del novecento; Personaggi: Michele Castorini (il padre: malfermo di salute, acuto e riflessivo) e Paolo, il figlio carnale e "leggero"). 


"...Leopardi, lo so", aggiunse mentre le sue dita, percorrendo uno scaffale, capitavano sul dorso delle Operette morali, "era pallido come me, soffriva più di me. Ma ci sono sofferenze che scavano nella persona come buchi di un flauto, e la voce dello spirito ne esce melodiosa, altre invece, come le mie, assorbono tutta l'attenzione e incantano l'intelligenza...".

sabato 11 febbraio 2012

Vitaliano Brancati: La Sicilia e l'Ingiustizia.
(Scena: Casa Castorini a Catania; Tempi: primi del novecento; Personaggi: Michele Castorini (il padre: malfermo di salute, acuto e riflessivo) e Paolo "il caldo" (il figlio: carnale e "leggero").
"Così tuo nonno, quando va a visitare i poderi di Lentini, diventa verde di dolore se vede dieci arance buttate giù dal vento, ma scherza allegramente sul suo mezzadro che cammina ad angolo retto, colla testa all'altezza del sedere, appesa all'estremità del dorso, come la lanterna all'estremità di una trave orizzontale, sicché i suoi occhi precedono di un metro i piedi e, se guardano in basso, non vedono nessun segno della persona a cui appartengono, come se vagassero librati in aria... dipinti su un palloncino...[...]
E tuo nonno si diverte a posargli tutt'e due le mani aperte nel dorso come sulla tastiera di un pianoforte. [...] "Don Giovanni, se vi stendono una tovaglia sopra, avete posto per quattro coperti" E ride senza malizia. E il mezzadro ride anche lui, sussultando come un asinello...".

venerdì 10 febbraio 2012

Vitaliano Brancati, le Donne e la Sicilia.
(da "Paolo il Caldo", ed. 1954
Scena: Casa Castorini a Catania; Tempi: primi del novecento; Personaggi: Michele Castorini (il padre: malfermo di salute, acuto e riflessivo) e Paolo "il caldo" (il figlio: carnale e "leggero"). 

Recensioni su ibs.it
"Però", aggiunse Michele, alzandosi e volgendo a una libreria la faccia improvvisamente in fiamma, "la felicità non circola in nessuno di voi, è bene che te lo ricordi per l'avvenire. La felicità, in questa famiglia, avrei potuta averla soltanto io, perchè la felicità è la ragione.
Solo che il mio mal di testa fosse stato meno forte, solo che i nervi del mio stomaco avessero avuto qualche momento di tranquillità, vi avrei insegnato a ridere sul serio, a voi tutti che ridete così spesso, ma talmente male... E vi avrei insegnato anche a pensare, a meditare su voi stessi,  ad accorgervi di mille cose che vi sfilano sotto il naso come spettri che vedo soltanto io.  Per esempio la condizione miserabile in cui tenete tutti i vostri sottoposti.

Vitaliano Brancati (Pachino 1902 - Torino 1954)
I ragazzi del portiere camminano scalzi sui nostri pavimenti a mosaico, e nessuno si chiede come mai un uomo dal passo così silenzioso non ci faccia spavento. Ci sembra naturale. Tuo nonno, del resto, crede naturali tutte le cose che tornano a suo vantaggio... E tuo zio non è diverso... E nemmeno tu sarai diverso, mio caro Paolo. Ho notato come guardi le le figlie del portiere quando ti porgono la tazza di caffè, evitando di alzare il gomito per non mostrare lo strappo della veste lungo il fianco. I tuoi occhi cercano quello strappo, come la punta di una spada cerca accanitamente il polso dell'avversario al di là della coccia, lo cercano per ficcarvisi dentro e arrivare alla carne. La carne! Ecco la vostra meta. Ma sul piccolo particolare che la veste è strappata, i vostri occhi non si fermano..."

giovedì 9 febbraio 2012

L'Aikido... e la France
Fra i non giapponesi, di certo, Christian Tissier è uno dei più grandi maestri di Aikido.

Christian Tissier 7° Dan de l'Aïkikaï de Tokyo, Shihan
Ho  praticato alcune volte nel suo dojo, il mio maestro è un suo allievo, ho partecipato a dei suoi seminari ed è proprio... un ottima persona.

mercoledì 8 febbraio 2012

Si vis pacem, para bellum  (Vegezio, IV secolo)
Meglio essere giusti e forti che buoni e deboli (gli slogan possono uccidere più di mille pallottole).

Artista assolutamente geniale
Cap.3 "Il Guado"
(Scena: Alpi svizzere; Tempi: Attuali; Personaggi: Seb: il padre; Spindle: il figlio).
Spindle stava dando il colpo di grazia al gelato.
«Io detesto gli arroganti, quelli che buttano la sigaretta nel pisciatoio fregandosene di quelli che dovranno pulire dopo e ammiro chi, pur avendo la precedenza, rallenta per lasciare il passo. Figliolo, devi imparare a riconoscere, prima possibile, la gente vera dai quaquaraquà, dai rompiballe e dagli attaccabrighe» poi lo guardò dritto negli occhi «…e ricordati che non bisogna essere né buoni né deboli. Basta essere giusti e forti».
Spindle lo guardava fiero.
«E quando vedi gente che nuota nell’oro, vive in belle ville e si circonda di gorilla e belle pupe, cerca di capire quel che c’è dietro. Se si tratta di speculatori, approfittatori, di gente senza valori, sbruffoni, gente che non contribuisce al bene della società, lasciali perdere: sono sfigati. Saranno pure pieni di soldi, ma restano degli sfigati».
Spindle guardava suo padre con affetto.

martedì 7 febbraio 2012

Marchese de Custine, 1839   (da "Impero dello Zar: viaggio nell'eterna Russia")


  
"...la Russia, il paese dove la vita sociale è una congiura sistematica contro la verità..." 

lunedì 6 febbraio 2012

Leonardo Sciascia in "Le Parrocchie di Regalpetra"


"Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese che amo, e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione".

domenica 5 febbraio 2012

Catania, la mia città.
Mi manca tanto ma dopo trentotto anni di autoesilio non saprei più viverci.
Che io sappia, la costa di Catania è l'unica al mondo in cui, nell'arco di 40 chilometri, si possono trovare tutte le possibili varietà di coste: rocce vulcaniche, sassolini, rocce calcaree rosse e bianche, ciottoli grigi e bianchi e la Plaja, una immensa distesa di sabbia dorata e finissima.
Bella e scellerata
Quella sotto è Piazza Duomo, con Porta Uzeda, la Fontana dell'Anemano, il Municipio, la cattedrale, 'a Piscaria e, tutto intorno, bar e tavole calde a tinchitè colmi di cannoli, arancini, cartocciate, sfogliatine, gelati, cassate, paste di mandorla, granite, biscotti della monaca, e ...
Se cliccherete il link sotto la foto, sarete proiettati in un mondo di Meraviglie: musica, fuochi di artificio, fumi, lampi di fuoco, colori, getti d'acqua e immagini... nell'aria (vedrete!).
Si tratta della famosa sira 'o tri (3 febbraio) in onore della festa di Sant'Agata, che cade oggi.
Sinfonia dal Nuovo Mondo di  Antonín Leopold Dvořák.
Tecnologia, tradizione e passione dei  Vaccalluzzo di Belpasso.
http://www.youtube.com/watch?v=uEEYu8uVPkg 

venerdì 3 febbraio 2012

...'a Muntagna fa cappeddu...
Doppio distico 'ro 'zu Peppi u sgarbaratu interrogato sulla presunta evoluzione meteo durante le imminenti feste di Sant'Agata (a Catania, ovviamente).
U cielu ie baddi baddi
a Muntagna fa cappeddu
su a livanti nna minazza
su non chiovi, fa bunazza

Etna la bella (altezza: 3'343 m; età: circa 2 milioni di anni)

 Il cielo è balle balle (nuvole a pecorelle)
la Montagna ha il cappello
se lavante non minaccia
se non piove fa bonaccia

giovedì 2 febbraio 2012

In direzione ostinata e contraria.
Non occorre aspettare il cavaliere azzurro che venga a salvarci, basta accendere il cervello e recuperare la capacità di stupirsi, cominciando dalle piccole cose. Cosi facendo potremmo rendere migliore questo mondo, e da subito.
In direzione ostinata e contraria

"Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore".
Fabrizio De André

mercoledì 1 febbraio 2012

Equinozi e misteri.
Gli egittologi affermano che la Sfinge di Giza sia stata costruita circa 2'500 anni prima di Cristo, ma a quel tempo nè la "ruota" nè il "ferro" (utensili) erano stati scoperti. Ciò nonostante per la sua costruzione furono tagliati, spostati e posizionati con grande precisione blocchi di roccia calcarea pesanti fino a 200 tonnellate.

Sfinge di Giza, Egitto: testa umana su corpo di leone.
All'alba di ogni equinozio la Sfinge è allineata,  perfettamente, a est.
Ai nostri giorni, dietro al sole, vede quindi la costellazione dei Pesci ma, circa 15'000 anni fa (prima delle ere dell'Ariete, del Toro, dei Gemelli e del Cancro) avrebbe visto quella del Leone (sotto lo Zodiaco: l'intervallo fra una costellazione e l'altra è di circa 2'500 anni).

Un'altra curiosità: sulla sfinge, sul fossato e sui monumenti di Giza sono presenti pesanti tracce di erosione verticale, inequivocabilmente dovuti ad abbondanti precipitazioni piovose (l'erosione del vento del deserto si sviluppa su linee orizzontali). Secondo gli scienziati precipitazioni abbondanti hanno interessato l'area di Giza fra 15'000 e 13'000 anni fa. Ce n'è abbastanza per dubitare delle affermazioni (cioè delle rassicurazioni) degli egittologi.


Perchè ho scritto questo articolo? Per fomentare sensazionalismi? Per desiderio di misteri? Assolutamente no.
C'è una domanda: Quando e da chi è stata costruita la Sfinge di Giza?
C'è la risposta degli egittologi che non regge a precise argomentazioni (mancanza di tecnologia, allineamento stellare all'equinozio, precipitazioni piovose, assenza di strutture sociali e organizzative necessarie per poterla costruire, assenza di "storia precedente" degli Egizi).

Gran parte degli Umani ha bisogno di certezze e chiedono solo che qualcuno metta loro una cavezza (nazismo, jihad, comunismo, consumismo, mondiali di calcio,...) per condurli al pascolo delle menzogne.
Pochissimi Umani vanno, però, in direzione opposta (ostinata) e contraria.
Questa sparuta minoranza accetta l'angoscia del mistero, consacra la loro vita alla ricerca della Verità e della Ragione e rende migliore l'esistenza a tutti gli altri con la cavezza.