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lunedì 30 gennaio 2012

L'Astronomia in questo blog
Equinozi, solstizi, rotazioni, rivoluzioni, precessioni, nutazioni... non sono parolacce.
Ci siamo tutti, ma proprio tutti, dentro fino al collo. E fin dalla nascita.


Di tanto in tanto vi ricorderò qualche ricorrenza anche perchè tutti questi eventi hanno sempre avuto, e continuano ad avere, innumerevoli e imprevedibili ricadute religiose, politiche e sociali sulla vita di tutti i giorni.


domenica 29 gennaio 2012

Astronomia e pane quotidiano.
L'Astronomia mi è sempre piaciuta e da ragazzo avrei voluto far l'astronomo.
Mi resi però conto in fretta che in Italia, e ancor di più in Sicilia, sarebbe stata una laurea hobby, con scarse possibilità di lavoro. Optai quindi per ingegneria.

Antonio de Curtis (Napoli 1898 - Roma 1967)
Sapere un pò di astronomia aiuta, a mio avviso, a relativizzare chi siamo e cosa facciamo.
Sapere a bordo di cosa andiamo a spasso per l'universo ci può aiutare ad essere meno meschini.
Quando sei dentro a un quadro non puoi averne una vista d'insieme. Per averla bisogna uscirne.
E', in altre parole, la conclusione del grande Totò nella "'a livella".

Perciò,  stamme a ssenti... nun fa' 'o restivo,             Perciò, stammi a sentire... non fare il restio,
suppuorteme vicino - che te 'mporta?                        sopportami vicino - che t'importa?
Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:                       Queste pagliacciate le fanno solo i vivi:
nuje simmo serie... appartenimmo â morte!".             noi siamo seri... apparteniamo alla morte!"

sabato 28 gennaio 2012

E questo sarebbe un vecchietto?
Per quel che fa, e ancor di più per quel che dice (ascoltate l'intervista), Mr Yip Chun non ha 88 anni, ma quattro volte 22.
Yip Chun (Foshan 1924)




Mi ricorda, tanto, Morihei Ueshiba: solido e in pace con se stesso.

Yip Chun e il Wing Chun

venerdì 20 gennaio 2012

L'Aikido del Doshu
Moriteru Ueshiba è figlio di Kisshomaru (a sua volta Doshu), e nipote di Morihei, il fondatore.
Nel video sotto assaporerete la leggerezza e l'apparente mancanza di sforzo nell'esecuzione delle tecniche.
Sembra facile... fare un buon caffè, diceva la pubblicità di un tempo.
Tale leggerezza si acquista solo con l'aggiunta (al talento naturale) di allenamenti senza fine.

Moriteru con il nonno Morihei, il fondatore dell'Aikido, detto Ōsensei

giovedì 19 gennaio 2012

Blog e... bottiglie
Credetemi, fino a quando quei due non mi hanno messo questo tarlo nell'orecchio io, da Facebook, Twitter, etc..., stavo alla larga.
Poi mi sono però detto:"Ma in fin dei conti questo blog è come un messaggio nella bottiglia".


"Sì, risposi a me stesso, ma prova a far star dentro una bottiglia band, quadri, sculture, cinema, monumenti  e... infiniti altri mondi paralleli".
Vedremo!

lunedì 16 gennaio 2012

Aikido: più che un'arte marziale, sembra una danza
Ho sempre pensato che l'Aikido,  più che un'arte marziale, sembra una danza.
Il fatto che non siano ammessi kumite (combattimenti), ma solo embukai (dimostrazioni), implica l'osservanza di uno "spartito", proprio come fanno le orchestre.
Aikido e Danza
Ciò significa che uke (l'aggressore) attaccherà sempre seguendo una delle innumerevoli tecniche codificate da Morihei Ueshiba, il fondatore.
Tori (chi si difende), nel vedere la guardia di uke (cioè quale piede ha avanti), e il tipo di attacco (pugno frontale, "bottigliata" laterale, pugnalata dall'alto, calcio all'inguine, bloccaggio alle spalle, etc...) risponderà... secondo lo "spartito".
Tutto ciò potrà far sembrare l'Aikido un'arte poco efficace ma, ancora a mio avviso, non è assolutamente vero.
Con la pratica e la ripetitività si arriva infatti alla comprensione del mahai, si assorbe la percezione immediata del tipo di attacco (frontale, laterale, da dietro) arrivando a reazioni automatiche. Si capirà, cioè, se rispondere con una difesa omote, cioè diretta, o ura, cioè aggirando l'uke alle spalle.
Insomma, l'avrete capito, a me l'Aikido piace e lo consiglio: può essere praticato da tutti e a tutte le età.



sabato 14 gennaio 2012

Aikido e brutti incontri.
Tutte le Arti Marziali mirano alla difesa.
Morihei Ueshiba non ha sviluppato tecniche di attacco ma, per l'appunto, solo di difesa.
Moriteru Ueshiba esegue Ikkyo (Prima Tecnica)
Nell'Aikido non esistono competizioni (falsano lo spirito dell'Arte), ma solo esercitazioni in cui vince, sempre e solo, chi si difende e in cui ci si alterna nei ruoli di uke (attaccante) e torì (difensore).
Nel video sotto potete vedere delle applicazioni pratiche di Aikido.

Aikido e brutti incontri

venerdì 13 gennaio 2012

Arti Marziali e Violenza
Negli anni in cui ho praticato arti marziali non ho mai incontrato, sul tatami, sbruffoni o gente violenta. Al contrario ho incontrato gente molto equilibrata che praticava le arti marziali per "unire" mente e corpo.
Per quanto mi riguarda l'Aikido mi ha aiutato a trovare la giusta geometria.
Una tecnica di proiezione nell'Aikido
In una situazione di combattimento a mani nude mi ha insegnato infatti a capire la giusta relazione fra la mia posizione, quella dell'avversario e l'ambiente circostante.
Prima non mi era mai capitato in modo così chiaro e naturale.

giovedì 12 gennaio 2012

L'Età non è solo... un numero
L'Età è anche un numero, ma non è solo un numero.
Mi è capitato di conoscere settantenni con il fuoco vivo addosso e trentenni con batteria esausta, senza sogni, sguardo perso e poche idee su cosa fare dei propri giorni.
Accendi il cervello, recupera la capacità di stupirti e Carpe diem, con passione e senso della misura.
Sarà una ricetta banale, ma non credo ce ne siano tante altre di migliori.



mercoledì 11 gennaio 2012

Mahai, la "giusta distanza" nell'Aikido
Per anni ho praticato Aikido, un arte sviluppata da Morihei Ueshiba.
Uno dei concetti che mi colpì immediatamente fu quello del Mahai, cioè la giusta distanza di combattimento. Un invito, in sostanza, a non mantenersi troppo vicini all'avversario (si perde la vista d'insieme), ma neanche a starne troppo lontani (si perdono le opportunità). 

Morihei Ueshiba (Tanabe 1883 - Tokyo 1969)
Morihei Ueshiba e l'Aikido

Credo sia una regola applicabile alla vita di tutti i giorni.
Se si resta sempre "lontani" dalle situazioni (e dagli altri) si finisce per... non vivere.
Se ci si lascia coinvolgere troppo, si rischia di perdere la giusta obiettività o, peggio, di essere manipolati.
Una sorta di Carpe Diem.

martedì 10 gennaio 2012

Fabrizio con il nonno
Fabrizio Catalano con il fratello, il nonno, e Gesualdo Bufalino.

lunedì 9 gennaio 2012

"Vivere e Scrivere" di Fabrizio Catalano (Prefazione a "Il Guado")

Fabrizio Catalano, regista e scrittore
"La vita o si vive o si scrive, io non l’ho mai vissuta, se non scrivendola: così Luigi Pirandello, in uno dei suoi più illuminanti romanzi, Il fu Mattia Pascal. A questa frase, istintivamente, ho pensato, leggendo il suggestivo manoscritto de Il guado. Senza tirar fuori alcun parallelismo forzato, senza imbarcarmi in alcun paragone, sembrava proprio, leggendo quelle pagine, che Rino Tringale fosse stato capace, al tempo stesso, di vivere e di scrivere. Di descrivere la vita, di raccontarla, di enucleare da episodi, fatti e personaggi in cui s’era imbattuto un piccolo nocciolo di verità e, nonostante tutto, un barlume di speranza. Tringale ha viaggiato molto; e, pertanto, ogni pagina di questo libro è un miscuglio di autobiografia e di sogno. E ciò che, a prima vista, appare fantasioso, a volte è – brillantemente o dolorosamente – reale; così come piccoli eventi reali non potrebbero esistere senza una sbrigliata, audace ed a tratti inquietante fantasia. Il guado va letto davanti ad un mappamondo, per provare la rara ma ammaliante emozione di vivere gli eventi come se stessero accadendo in quel momento e, contemporaneamente, di scrutarli dall’alto della geografia e della geopolitica, come da un satellite. Il mondo è innegabilmente – e magnificamente – vario e sfaccettato: solo cercando di conoscerlo potremo salvarlo. Salvarlo da noi stessi.
Nel 2002, trovandomi, per lavoro, a Parigi, mi capitò di seguire la campagna elettorale per le elezioni presidenziali francesi. Rimasi molto colpito dallo spot di una candidata originaria della Guyana, Chirstiane Taubira. Cominciava con questa secca, semplice frase: La diversité est à nous comme elle est dans la nature. La diversità è in noi così come nella natura: tutti – a mio parere – dovrebbero fare di queste parole una sorta di regola di vita. Tel qu’en lui même enfin l’éternité le change, ha scritto Stéphane Mallarmé, in memoria di Edgar Allan Poe: uguale a se stesso infine l’eternità lo muta. E così del nostro pianeta, e di ogni essere umano. Il mondo – il mondo umano, e conseguentemente quello della natura – nell’ultimo secolo non ha più vissuto dei mutamenti, ma è stato ed è irrepetibilmente sconvolto. Ci volevano anni per compiere dei viaggi che adesso sono possibili in poche ore. Ogni relazione tra individui originari di diversi continenti, ma anche residenti in diverse nazioni o in differenti città, è stata, per millenni, spesso inammissibile; adesso, grazie ad un computer e ad una connessione internet, possiamo entrare in contatto con milioni di essere umani, in qualunque parte – o quasi – del planisfero. Reagire a queste geniali novità non è facile; non farsi schiacciare, non lasciare che queste novità e che la tecnologia priva di riflessione prendano il sopravvento potrebbe essere impossibile. In questa complicata questione, Rino Tringale, che vive appieno nel mondo della tecnologia ma sa come usare il cervello e la lingua italiana, si pone come suggeritore, come trait d’union. È lui stesso a dircelo, in qualche modo; e sono le parole che un padre rivolge al proprio figlio: Ho messo giù, anch’io, una specie di guado, ma l’ho fatto con dei foglietti, non con dei massi. In questi foglietti vi sono ipotesi e suggestioni, idee, pensieri e fatti innegabili. Come dei massi, questi foglietti creano un percorso. Nessuno di noi può sapere dove questo percorso ci condurrà, ma ciascuno di noi non dovrebbe mai intraprendere questo cammino senza due buone compagne: la verità e la giustizia. Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese che amo - ha scritto Leonardo Sciascia ne Le parrocchie di Regalpetrae spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione. La vita di un paese, la vita di un intero pianeta. Ogni vita afflitta dalle ingiustizie: a volte piccole, quotidiane, soltanto fastidiose; altre volte enormi, orribili, apparentemente invincibili. La nostra unica arma per combatterle è la ragione. Ce lo dimostra anche Tringale che, non a caso, chiude il suo libro con un accorato omaggio a Il giorno della civetta. Nell’ultimo capitolo de Il guado, l’anziano Bellodi, ormai generale in pensione, torna in Sicilia, per conoscere il nipote di don Mariano Arena, il capomafia che, cinquant’anni prima – poiché Il giorno della civetta è apparso nelle librerie esattamente cinquant’anni fa, nell’autunno del 1961 – aveva invano tentato d’incastrare. Un po’ come nel verso di Mallarmé, Bellodi troverà una Sicilia al contempo diversa e immutata; e – quasi come in un’operetta morale di Leopardi, e come è già accaduto altre volte, nel testo di Tringale – i due personaggi avranno un lungo ed imprevedibile dialogo. Imprevedibile, soprattutto: come sempre dovrebbe essere il nostro futuro".

domenica 8 gennaio 2012


Leonardo Sciascia  (Racalmuto 1921; Palermo 1989)
Da uomo, e ancor più da siciliano, ammiro Leonardo Sciascia per la libertà di pensiero, l'intelligenza dell’intuizione, l'onestà della scelta e il coraggio della denuncia.


sabato 7 gennaio 2012

Ivan, l'Artista!
Una bellissima persona.
E poi: compositore, pianista, pittore e formidabile bevitore.

Ivan (dopo il picnic)



venerdì 6 gennaio 2012

Si può camminare sull'acqua?
Sì, ovviamente, ma a patto che:
1. si sia raggiunto un "adeguato" livello alcoolico;
2. l'acqua sia... ghiacciata

Sbronzo, a spasso per il golfo di Finlandia
Con Ivan (San Pietroburgo, tardo pomeriggio, gennaio 2005)

mercoledì 4 gennaio 2012

Gogol, lo Scrittore
Da "Le anime morte", 1842
"... ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quanto sta sempre ben in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa..."
Nikolaj Vasil’evič Gogol’ ( Bol'šie Soročincy 1809 - Mosca 1852)

"Per me una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore".
Fabrizio De André


martedì 3 gennaio 2012

Picnic a -20
"Pomeriggio faremo un picnic in una dacia fuori San Pietroburgo" disse Vladimir durante la riunione.
"Mi sta prendendo in giro" pensai, poi lo guardai in faccia "a -20°C?".
Sorrise furbo, ma non rispose. Dopo la riunione, però, si fermò ad un supermercato per fare la spesa.
Verso le due arrivammo in una vecchia dacia (appartenuta a un ex ammiraglio della flotta sovietica) acquistata pochi anni prima da Ivan, l'amico artistico di Alexander, il socio di Valdimir.


In cinque o sei avevano già liberato alla bell'e meglio un angolo del giardino e piazzato una griglia su cui ballavano dei pesci.
Erano le quattro del pomeriggio, ma era gia buio (e loro erano, diciamo così, allegri).
Alexander mi disse con tono didattico:"Vodka senza birra? Soldi sprecati! Birra senza vodka? Soldi sprecati!". Andammo giù duro, per ore, a bere senza posa.

 











Quando il mio livello alcoolico ebbe superato il primo livello Ivan, guardando com'ero vestito, scuotendo la testa, andò a prendere uno dei suoi tulùp (montone rovesciato) e un paio di valenki (stivali di feltro). Così agghindato (non lo sapevo ancora)  mi stavo preparando a camminare... sull'acqua.











lunedì 2 gennaio 2012

Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore.
Fabrizio De André

Amico fragile

domenica 1 gennaio 2012

Perchè un blog?
Ho 58 anni e, anche se per lavoro uso la tecnologia, non sono un nativo digitale. Preferisco il Mondo in 3D,  i contatti umani in carne e ossa, gli sguardi, i gesti  e, fino a ieri, non mi passava per l'anticamera del cervello di iscrivermi a Twitter, Facebook o metter su un blog.

Cosa, e chi mi ha fatto cambiare idea?
>   Due amici.
Dopo aver letto "Il Guado" mi hanno detto "...per farlo conoscere dovresti metter su un... blog".  Li guardai di traverso e lasciai perdere. Tre mesi dopo capii che avevano ragione. Ecco perchè sono qua.
Questo sarà un blog a ruota libera, per cui sarà una sorpresa per tutti... me compreso.
Buon blog.